Gran parte della ritrattistica cinquecentesca dedicata alla bellezza muliebre conferma il ruolo importante della testa, dimora delle qualità intellettuali ed elemento chiave dell’apparire, nella rappresentazione della persona. Il suo privilegio era di poter rimanere scoperta e libera, rispetto al resto del corpo soffocato dalle vesti e completamente rinchiuso in una struttura artificiale
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L’ABITO DIPINTO - L’abito di fine Cinquecento si configura quale “artificiosa costruzione”, elaborata per proporre un’alternativa al corpo e creare una sorta di bellezza formale che sostituisce la naturale all’insegna del “finto”. E ciò in piena sintonia con l’architettura manierista
Pochi stilisti come lei possono vantare affinità tanto forti e radicate con il mondo della pittura e della scultura del ’900. Amica di Fontana e Schifano, si è ispirata nelle sue creazioni anche a Klimt, Calder, Pollock, Vasarely...
Quando moda ed arte sono un binomio inscindibile. Il geniale itinerario di Gianni Versace ripercorso per Stile dal fratello Santo. “In ognuno dei suoi abiti ispirati a quadri o sculture è possibile ritrovare sia il paradigma originale che lo slancio e l’impegno volto a rimodellarlo in forma diversa e vitale”. Un impegno che prosegue - tra continuità e cambiamento - con l’opera di Donatella
Nella cultura visiva dominante, tendenzialmente asettica e industriale degli States, si segnala un riuscito esperimento di allineamento del gusto nell'ambito di una fashion moderna e citazionista, di matrice culturale europea. Ne è protagonista la stilista Mariana Valentina, nata a New York, dove ha frequentato il Fashion Institute of Technology. La giovane designer - di origine argentina ed europea - sembra percorrere una linea di tendenza sottesa nel gusto americano, quella che passa da un'atavica attrazione-repulsione nei confronti dell'Europa, al riconoscimento di un meticciato di valore, che riprenda antichi stilemi appartenenti alle culture di origine di una parte degli statunitensi.
A partire dal 1682 la principessa e il consorte commissionarono a Jan Frans von Douven, pittore di corte, una serie di dipinti che li ritraevano immersi in diverse occupazioni quotidiane, più o meno mondane, al punto che, accostando i ritratti l’uno all’altro, si ha l’impressione di trovarsi di fronte alle scene di un film in costume o a una sfilata di moda
Da oltre mezzo secolo gli abiti-sculture di Roberto Capucci incantano il mondo, nel perfetto equilibrio di esplosioni barocche e sapiente rigore formale. Ed i più celebri musei si contendono le sue opere. Il maestro si racconta in questa lunga intervista
“Gli accostamenti più arditi - afferma la grande stilista - riescono a far ‘cantare’ i materiali e le forme. Nella mia produzione c’è la costante della geometria: amo Fontana e Burri, Itten, Malevich e Depero”. La straordinaria esperienza della mostra di Tokyo al Museo d’Arte contemporanea
Da giovane, Renato Balestra voleva fare il pittore. E la passione per l’arte è rimasta una costante della sua attività creativa. I colori come “invenzione” alla ricerca di tonalità e accostamenti originali. Il fascino sensuale di Goya e i bozzetti inediti ispirati da Jackson Pollock . "Di Goya mi piace tutto: è forte, sanguigno, anche sensuale. Certi suoi colori mi eccitano. Ho ancora nella mente un ricordo vivissimo: da giovane ero ospite di un’amica nella sua casa di Londra. In una sala, facevano bella mostra di sé numerosi Canaletto; in un’altra, una collezione di giade verdi Ming, fiabesca, ammaliante; poi, tutti insieme, ecco cinque, forse sei ritratti di Goya. L’emozione che ho provato è stata unica, irripetibile".