Gli archeologi erano impegnati nello scavo di una villa romana, a Valdaro, frazione di Mantova, quando si imbatterono in una sepoltura più antica. Il terreno fu rimosso con grande accuratezza e, poco dopo apparvero due teschi, uno rivolto verso l'altro, come se si guardassero e si parlassero dolcemente. Che quella sinistra fosse una giovane donna risultava evidente. L'ossatura più minuta, l'architettura leggiadra dell'area facciale che suggeriva un volto armonioso. La densità e la brillantezza del tessuto osseo, rilevava immediatamente la giovane età - tra i 18 e i 20 anni - dei due defunti
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E' possibile dire che la convergenza romantica precedette di migliaia di anni - con le stesse caratteristiche posturali dei corpi - lo stesso Romanticismo. Ma perchè quell'interazione estrema? Come morirono?
L'antropologa forense non ha rilevato traumi o lesioni a livello dei crani. Il rito di sepoltura parrebbe coordinato da una mente femminile, attenta ai simboli sentimentali. I giovani avevano una ventina d'anni. Cos'è accaduto ad entrambi, forse contemporaneamente?
In occasione dei recenti restauri condotti sui calchi di Pompei, dagli studi antropologici e dalle analisi del DNA su due corpi della casa del Criptoportico rinvenuti durante gli scavi di inizio ‘900, sono emersi sorprendenti risultati in grado di ribaltare la teoria di pertinenza di genere delle due vittime dell’eruzione. All’epoca del rinvenimento (1914) l’allora Soprintendente Vittorio Spinazzola reputò che i due corpi ritrovati distesi e vicini, l’uno con la testa nel grembo dell’altro, appartenessero a due donne