La mummia di Bologna appartiene a una donna, alta circa 153 centimetri, che al momento della morte poteva avere 35-45 anni. L'analisi non ha evidenziato un'unica causa di morte. La donna era affetta da ascessi che comportarono la perdita di alcuni denti in vita. Soffriva di malattie degenerative, come l'artrosi alla spina dorsale e alle articolazioni delle ginocchia. Le abbondanti pieghe della pelle e i residui di tessuto adiposo su fianchi, glutei e cosce suggeriscono una rotondità delle sue forme.
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A 15 metri di profondità in un pozzo è stato trovato un grande sarcofago appartenente un uomo chiamato Heka-shepes.
Il sarcofago è stato sigillato con malta dagli antichi egizi 4300 anni fa e così è stato trovato. La mummia ritrovata al suo interno era ricoperta di foglie d'oro. Questa mummia è con altissime probabilità la più antica e completa trovata in Egitto.Sono state trovate inoltre delle bellissime statue di legno, alcune statue di pietra che rappresentano una persona di nome Fetek, un tavolo per le offerte e un sarcofago di pietra che conteneva la sua mummia
La conservazione dei nostri antenati europei è nettamente inferiore, anche quando si usavano bare di piombo per evitare alla tomba di essere permeabile all'umidità e all'ossigeno. In molti casi il decadimento avvenne e non bastarono foglie di alloro, lavacri e le decorazioni vegetali con essenze aromatiche
Una prima analisi della mummia fu compiuta dall'anatomista Grafton Elliot Smith nel 1912. L'imbalsamazione fu eseguita con grande attenzione: i lineamenti del viso sono perfettamente riconoscibili, così come la chioma è perfettamente conservata, al punto che Elliot Smith poté notare come la regina non avesse un solo capello grigio
Si riteneva che quel sarcofago fosse di un sacerdote egizio. Poi si trovò, su di esso, il nome di un alto funzionario, uno scriba: Hor-Djehuti. I ricercatori polacchi del Warsaw Mummy Project avevano invece stabilito che il defunto era in realtà una giovane donna - 20-30 anni - morta con il bimbo che portava in grembo e così mummificata. Si tratta della prima mummia di una donna incinta conosciuta al mondo
Pubblicato in queste ore lo studio comparato sul genoma degli abitanti di Tamir, che costituivano un enclave genetica con forti tratti europei, a Nord della Cina. Un popolo che non si fondeva con gli altri, ma che colloquiava con le popolazioni circostanti. Sono nostri parenti? Le risposte dei ricercatori
Il viso intenso, incorniciato dalla lunga e folta chioma scura, impressionò gli studiosi. Una prima analisi della mummia fu compiuta dall'anatomista Grafton Elliot Smith. L'imbalsamazione era stata eseguita con grande attenzione: i lineamenti del viso perfettamente riconoscibili, così come la chioma è incredibilmente conservata, al punto che Elliot Smith poté notare come la regina non avesse un solo capello grigio
I lavori del Consorzio Pragma - Conservazione e Restauro di Beni Culturali possono essere visti nella nuova ala del Museo Archeologico
Con 370 grandi vasi di ceramica e una serie di manufatti più piccoli, è probabilmente il più grande ritrovamento complesso e indisturbato del suo genere proveniente dall'antico Egitto", ha detto Mohamed Megahed, il vice capo della missione
Si riteneva che quella mummia appartenesse a un sacerdote. Ma gli studiosi polacchi hanno sospettato che fosse una donna. La Tac e altri indagini non solo hanno svelato la mancanza dell'organo maschile, ma hanno evidenziato una giovane donna morta in gravidanza. Trovate anche le sostanze che hanno permesso la conservazione del corpo e del feto