ICONOGRAFIA - I pittori potevano scegliere tra diverse sequenze del racconto, che ne mutano notevolmente la connotazione morale. L’individuazione di un frame consente all’artista di assegnare all’episodio, anche in virtù del sentimento del tempo, delle aree in cui l’opera fu realizzata e dei gusti del committente, un preciso grado morale o sentimentale della vicenda. Anselm Feuerbach, pittore tedesco neoclassico, sceglie un istante “apollineo” ponendo gli amanti, senza ardore, in un ampio parco.
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Dipinto in un arco di tempo collocabile tra il 1824 e il 1827, Il cerchio della lussuria: Paolo e Francesca di William Blake costituisce una sorta di incunabolo della visione futurista della scena che sarà offerta da Umberto Boccioni. Il vento è in realtà un turbine d’energia, una galvanica elettricità che unisce e divide i corpi, i quali quasi s’estinguono in uno sciame di fotoni.
NOVECENTO - L’eros come nozze chimiche, come accensione elettrica. Umberto Boccioni, realizzando Il Sogno o Paolo e Francesca (1908-9), si colloca già pienamente in una dimensione futurista, riducendo la parte descrittiva dell’episodio e trasformando l’abbraccio in una fonte di calore e di energia, una sorta di lux eterna.
Il candore dei corpi abbracciati, l’impossibilità di distinguere - se nell’oscurità non apparissero Dante e Virgilio a fornire una traccia della fabula - il dolore dal piacere, il lenzuolo del talamo dal mortale sudario, trasferiscono al dipinto un significato intenso, compreso tra i poli estremi di amore e morte, di disperazione e sfinimento erotico. Lavora su un erotismo dolce e disperato, sulla permanenza dell’amore fisico e spirituale al di là della morte, secondo un concetto di ascendenza romantica, l’opera Paolo e Francesca, realizzata nel 1835 da Ary Scheffer...
Dimostrando un’elevatissima capacità di sintesi simbolica, Gustave Doré, come illustratore, affronta la raffigurazione di Paolo e Francesca mediante la convergenza di più elementi evocativi sulla tavola nell’ambito delle incisioni della Commedia, realizzate tra il 1861 e il 1868.
I due amanti danteschi divennero protagonisti della pittura soltanto nell’Ottocento. Le diverse rappresentazioni dimostrano il mutamento del costume e del senso comune dell’amore. Fino a giungere all’eros-energia elettrica di Umberto Boccioni