Il maestro toscano del realismo esistenziale e della neometafisica si racconta in un'intervista a Sile. Gli esordi, il rapporto con la letteratura e con il cinema e l’approdo alle spiagge del silenzio. "Montale. Sì, è giusto citare Montale. Montale ha inciso profondamente nella mia formazione e “Ossi di seppia” è una raccolta per me centrale. Nei quadri voglio accostarmi all’idea di un grande silenzio, sottolineando atmosfere di forte incomunicabilità... La gente cammina sulla spiaggia, ma ognuno è solo con se stesso. Il tempo è bloccato. Non c’è comunque angoscia. Non c’è dramma".
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L’arte del pittore viareggino è, per Vittorio Sgarbi, “un test senza fine, dentro un universo interiore che viene percorso su sentieri imprevedibili, sempre in bilico fra ragione e inconscio, verità e immaginazione”