Vittorio Sgarbi parla del processo di modernizzazione, avvenuto a Padova attorno al Trecento - Le meraviglie della “Croce stazionale”, “opera purissima di Giotto, splendida esibizione di pathos teatrale in funzione religiosa ” - Alla riscoperta degli altri maestri: Guariento, il “conciliatore” fra tradizione bizantina e novità; Altichiero, il “pre-rinascimentale”, aperto ad un’arte realistica; Giusto, il “pittore d’historia”, abile a trarre vigore dalle contaminazioni contemporanee.
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Vittorio Sgarbi racconta ai lettori di Stile il genio del maestro fiorentino: “Con le formelle dell’Altare del Santo e con il Crocifisso” afferma lo studioso “ci troviamo al culmine della ricerca formale intrapresa dall’artista nella città veneta” - “Mi trovo piuttosto d’accordo con chi riconosce l’autografia donatelliana del Putto alato di Londra” - La riscoperta dei “minori”, da Bellano al Riccio.