Press "Enter" to skip to content

Posts tagged as “Vino e liquori nell’arte”

Assenzio e arte – L’ ”ora verde” di Parigi e il bastone concavo di Toulouse-Lautrec

Gli artisti erano assidui frequentatori dell’ “ora verde” parigina, una sorta di happy hour ante litteram, che dalle cinque alle sette del pomeriggio trasformava i locali della Ville Lumière in una sorta di vivace agorà della cultura del tempo. La "fata verde" dava un contributo alla socializzazione e alla leggerezza, che tale non restava, dopo qualche ora di bevute

Assenzio e arte – L’ ”ora verde” di Parigi e il bastone concavo di Toulouse-Lautrec

Gli artisti erano assidui frequentatori dell’ “ora verde” parigina, una sorta di happy hour ante litteram, che dalle cinque alle sette del pomeriggio trasformava i locali della Ville Lumière in una sorta di vivace agorà della cultura del tempo. La "fata verde" dava un contributo alla socializzazione e alla leggerezza, che tale non restava, dopo qualche ora di bevute

Architettura e cantine vinicole – L’esempio della Mitteleuropa

Gli spazi sono organizzati e scanditi, oltre che arredati e illuminati, con una nuova sensibilità, della quale il visitatore si accorge immediatamente appena entra in una delle cantine in questione. L'effetto sensoriale esercitato dall'architettura non si discosta tuttavia dalla ragion d'essere e dal vero protagonista di questi luoghi: il vino, che emerge in tutta la sua portata sensoriale e culturale

Come leggere i simboli nascosti in un quadro sacro. Animali, piante, paesaggio e Tempo

L’indizio principale dell’azione di un sottotesto è costituito dall’evidenza di elementi che, per quanto descritti con grande precisione naturalistica - secondo il doppio registro leonardesco di soavità degli umani tratti e della minuziosa attenzione alle fisiche verità del mondo - si sottraggono a una logica di pura descrizione della realtà. L’uva, la neve, la viola e la nudità del Bambino sono stagionalmente inconciliabili. La valenza dell’apparato simbolico, nell’ambito delle finalità del dipinto, è pertanto superiore alla necessità realistica di configurare un’unità di tempo e di luogo

Ascoltate in 2 minuti il celestiale concerto per bicchieri. La storia di una nobile tecnica

Legato al virtuosismo e alla costante ricerca del nuovo, l'armonica a bicchieri (o glassarmonica) venne elaborata nel XVIIII secolo e utilizzata da nobili dilettanti - come la regina Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI - e da grandi musicisti, tra i quali Mozart. In precedenza fu certamente usata, con una semplice disposizione di bicchieri su una tavola, come curiosità sonora nella realizzazione di motivetti popolari. Sotto il profilo tecnico essa è uno strumento musicale idiofono a frizione, che viene composto da bicchieri da vino di diversa grandezza, riempiti d'acqua in quantità che consentano di ottenere vibrazione controllate che si allineano alle note musicali, prodotte dall'esecutore sfregando un dito inumidito sul bordo di ciascuno di essi

Sai cos'è l'Ebbrezza di Noè? Amore paterno e una maledizione. Nella Bibbia e nell'arte

La famiglia e i rapporti tra figli e genitori restano l'asse fondamentale per la serenità degli individui e per un rafforzamento della sfera spirituale, indispensabile per non annegare presto nella tempesta della sola materia e dell'egoismo. E poiché, come ben sappiamo, la famiglia è la cellula della comunità e del mondo, è necessario partire a considerare il proprio nucleo di origine affinché il bene possa propagarsi, coinvolgendo anche noi stessi. Un episodio biblico con forte connotazione simbolica legato al comandamento "Onora il padre e la madre" - che in fondo potremmo oggi riscrivere in chiave moderna: Ama i tuoi genitori e aiutali, quando sono in difficoltà - fa luce su questo tratto fondamentale. Figlio di Lamec, Noè viene raccontato dal Genesi innanzitutto come uomo giusto...

Bacco di Michelangelo – Il neo sulla guancia, la truffa, il realismo e i significati filosofici

La lettura dell’opera deve procedere su un duplice piano interpretativo, da una parte il desiderio dello scultore di creare una figura riconducibile all’ambito dell’espressione classica, dall’altro la necessità di dotarla di tutti quegli accorgimenti simbolico-accidentali necessari a renderla innovativa. Coniugare due concezioni artistiche distanti cinque secoli quindi, un compito complesso per chiunque, ma non per Michelangelo