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Tommaso Mori, cianotipie dell'umanità. Quando la tessitura degli abiti è la geografia dei luoghi



www.premionocivelli.com/opera/g-dalla-serie-strata
Tommaso Mori
G, dalla serie “Strata”
2017, cianotipia
70×70 cm
Menzione speciale
della Giuria
Premio finalisti
Nocivelli 2019
“Strata” è un progetto di fotografia partecipata. Le persone ritratte sono abitanti del Carmine di Brescia, quartiere che ospita più di 10 etnie, attualmente in via di riqualificazione. I documenti sovrapposti corrispondono alle mappe del luogo nel corso di diversi secoli fino al giorno d’oggi. L’artista organizza un momento di collettività in una comunità frammentata, chiedendo agli abitanti di creare un’opera a partire dal proprio ritratto e documenti storici. La tecnica è la cianotipia, impiegata con il nome di blueprint nella progettazione urbanistica, e qui applicata al ritratto. Un’edizione dell’opera viene quindi donata all’Artoteca della città, dando a tutta la città la possibilità di fruire gratuitamente l’opera nella propria abitazione. STRATA ha partecipato alle seguenti attività: 2019 – Finalista Premio Combat 2019 – ”Stato d’Identità”, a cura di Marta Scherini, MVSA, Sondrio 2018 – Finalista Premio Francesco Fabbri 2018 – Menzione Speciale Fotografia Europea
Iniziamo con una breve scheda anagrafica, come se leggessimo una carta d’identità. Sotto il profilo della produzione artistica puoi immediatamente specificare il suo orientamento stilistico ed espressivo?
Tommaso Mori, sono nato nel 1988 a Modena dove vivo e lavoro.Sono diplomato in Fotografia presso il C.F.P. Bauer di Milano. La mia ricerca fonde pratiche di arte partecipata, esistenzialismo e approcci relazionali.
Partendo dalle motivazioni della giuria sulla tua opera, puoi raccontarci in modo più personale i temi i contenuti della tua opera, descrivendo le modalità operative usate nella sua realizzazione? L’opera “G” dalla serie “Strata” ha vinto una menzione per la sua attinenza al territorio bresciano. L’opera è nata nel quartiere Carmine di Brescia, attualmente in via di riqualificazione e noto per le sue difficoltà: l’immagine è stata realizzata in collaborazione con gli abitanti. Nel corso di una performance fotografica ho chiesto alle persone del Carmine di posare per un ritratto.
Al ritratto sono poi state sovrapposte mappe del quartiere nelle sue varie epoche storiche. L’architettura sceglie gli abitanti così come le persone scelgono il posto in cui vivere. Si crea quindi una relazione tra città e cittadino: ho deciso di raccontarla con la tecnica cianotipia. La cianotipia è una delle tecniche fotografiche più antiche: ha avuto una vita brevissima in fotografia per via del tipico colore blu, ma è stata usata moltissimo in architettura e urbanistica per la riproduzione di disegni tecnici. La cianotipia mi ha permesso di tenere insieme ritratto e territorio, e allo stesso tempo di avvicinare le persone di un quartiere complicato all’arte.
La cianotipia è alla portata di tutte le persone: i partecipanti hanno infatti realizzato autonomamente stampe del proprio ritratto che sono state esposte in un’installazione in tempo reale insieme alle opere che avevo realizzato io.
Il pubblico, una volta accettata la sfida, è diventato autore a sua volta.
Se potessi dare un consigli ad altri giovani artisti che stanno valutando di partecipare ad un concorso quale sarebbe?
Il mio consiglio è prima di tutto lavorare a fondo sui progetti. Le nostre opere sono meccanismi che possono generare significato per le altre persone: progetti solidi e con un impianto concettuale strutturato tendenzialmente crescono nel tempo e invecchiano meglio. In secondo luogo aiuta sapere comunicare bene il proprio progetto: è importante sapere scrivere della propria arte in maniera concisa ed efficace, così come rappresentare le opere con immagini capaci di descriverne il senso e come funzionano. Infine il consiglio più importante di tutti: avere fiducia nel proprio lavoro e la costanza di farlo crescere. A volte un buon progetto può non trovare il riscontro che riteniamo dovrebbe avere. Non bisogna demordere. È importante continuare a lavorare ai progetti in cui crediamo e proporli in diverse realtà: a volte è solo questione di trovare il contesto adatto per i propri lavori.
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