Press "Enter" to skip to content

Trovate ora in Egitto 2 “cliniche della morte”, complete e intatte, di 2300 anni fa. Una mummificava uomini, l’altra animali. Le vasche di “salamoia”


Le fotografie di questa pagina si riferiscono ai ritrovamenti delle ore scorse a Saqqara. Il Ministero, per la conferenza stampa, ha predisposto alcune teche per esporre una parte degli oggetti ritrovati. Immagini: Ministero egiziano per il turismo e l’archeologia 

La missione archeologica egiziana ha annunciato oggi il ritrovamento dei due più grandi e completi laboratori per la mummificazione umana e animale dell’era antica. In essi i corpi venivano immersi sia per i lavacri che, probabilmente, lasciati in infusione in un liquido composito che aveva la funzione di impedire processi putrefattivi, saturando i tessuti. La scoperta è stata compiuta a Saqqara, a 30 chilometri dal Cairo. I laboratori risalgono alla XXX dinastia, che copre un arco di tempo compreso tra il 380 a.C. e il 342 a.C.

Uno dei sarcofagi trovati nelle ultime settimane nel corso della sesta missione egiziana a Saqqara @ Foto: Ministero egiziano per il turismo e per l’archeologia

L’annuncio è avvenuto, ieri, durante un’affollatissima conferenza stampa, in cui Ahmed Issa, ministro del Turismo e dell’Archeologia, ha detto che i laboratori sono venuti alla luce contestualmente alla scoperta di un nuovo sito archeologico, a Saqqara, dove, anche in queste ultime settimane, ha operato il team guidato dal Dr. Mustafa Waziri, Segretario Generale del Consiglio Supremo degli Archeologi egiziani. Il primo laboratorio si occupava di trattare i corpi umani. Il secondo le carcasse animali.

Le due unità specialistiche si trovavano nei pressi di un’area cimiteriale. Pertanto i defunti venivano qui traslati dal luogo della morte e sottoposti, in loco, ai diversi trattamenti. I funerali avvenivano tempo dopo, quando tutte le operazioni erano ultimate e il lavoro sottoposto a verifica.

Il Dr. Mustafa Waziri, Segretario Generale del Consiglio Supremo di Archeologia e Capo della Missione, ha spiegato che i due laboratori di mummificazione risalgono alla fine della 30° dinastia.
Ha aggiunto che il laboratorio per i corpi umani è un edificio rettangolare di mattoni crudi, suddiviso, all’interno, in una serie di stanze, tra le quali una contiene due “letti” a vasca per i primi interventi. I letti sono lunghi circa 2 metri, larghi un metro e alti 50 cm. Attendiamo di vedere le immagini, ma secondo quanto si è potuto capire dalle dichiarazioni degli archeologi egiziani si tratterebbe di vasche formate da più pietre. Nel laboratorio delle mummie è stato scoperto anche un gran numero di ceramiche, inclusi vasi di profumi e balsami. Sono stati trovati anche alcuni utensili e pentole, nonché una grande quantità di lino e resina nera, usati nella mummificazione degli esseri umani.

Per quanto riguarda il laboratorio di mummificazione degli animali, il Segretario Generale del Consiglio Supremo per l’Archeologia ha dichiarato che si tratta di un edificio rettangolare costruito in mattoni, più sobrio del primo, caratterizzato da un pavimento calcareo e suddiviso in una serie di stanze e sale, con molte ceramiche, arnesi di bronzo e alcuni animali mummificati.

Sabry Faraj, direttore generale dell’area archeologica di Saqqara e supervisore degli scavi, ha affermato che la missione è riuscita anche a scoprire due tombe di proprietà di “Ni Hassot Ba” e della moglie, Tb Um Nefert.

Uno splendido pezzo trovato in questi giorni a Saqqara. Sul basamento policromo si innalza la figura del dio che aveva il compito di vegliare sulla necropoli @ Foto: Ministero egiziano per il turismo e per l’archeologia
Uno dei kit per la decorazione dei defunti trovati a Saqqara @ Foto: Ministero egiziano per il turismo e per l’archeologia

Ni Hassot Ba era un dignitario statale della quinta dinastia (circa 2400 d.C.). Un “boiardo di Stato” che deteneva molti titoli religiosi e amministrativi, il più importante dei quali è il “Dieci del Sud”. Era inoltre direttore del servizio di cancelleria, sacerdote del dio Horus e della dea Maat.

Statuette votive recuperare durante gli scavi @ Foto: Ministero egiziano per il turismo e per l’archeologia

Un’altra tomba appartiene a qualcuno che – nelle iscrizioni – viene chiamato “di Khabar”. Visse ai tempi della XVIII dinastia (1400 a.C. m) Era sacerdote del dio Qadish, un idolo straniero originario di Cana, il cui culto proveniva dalla Siria. Era l’idolo della fertilità.

Oltre a splendidi sarcofagi, le tombe hanno restituito statue e monili (nelle foto), nonché eleganti pitture parietali.

Esponenti governativi e archeologi, durante la conferenza stampa @ Foto: Ministero egiziano per il turismo e per l’archeologia