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Tutankhamon fu davvero un re maledetto. E la sua tomba si salvò grazie al "demonio". Perchè?



L’egittologo Dominique Farout ha spiegato, a Le Figaro, nel corso della mostra dedicata a Tutankhamon, i motivi storici per i quali gli egizi ritenevano, quella del re bambino – ascese al trono a 9-10 anni – una tomba maledetta.
Fu proprio per la fama sinistra che quella sepoltura, probabilmente profanata subito dopo la morte del giovane re stesso e poi lasciata intatta, fu considerata un luogo maledetto e non subì incursioni fino al XX secolo. Secondo l’egittologo Farout, Tutankhanon era stato stato cancellato dalla memoria egizia dalle successive dinastie e dal popolo perché era figlio di Akhenaton, che era considerato un eretico diabolico in quanto aveva imposto un culto monoteista nei confronti di Aton, rappresentato dal sole, eliminando, di fatto, le antiche divinità e spostando centri di potere e mutando le gerarchie nella società del Proprio Paese.
Tra crisi religiose, rivolte e incomprensioni crescenti con i popoli vicini, l’Egitto volle tornare al proprio olimpo, considerando quella di Akenathon e dei suoi successori un periodo da dimenticare. L’immagine di Aton, dio unico, assunse caratteristiche simili a quelle del demonio nelle società ebraico-cristiane. Inutile fu il tentativo dello stesso Tuntankhanmon e dei suoi consiglieri di correggere la rotta religiosa e politica del padre, ripristinando il culto degli antichi dei. Il destino della famiglia era segnato. Il faraone bambino – sarebbe morto a 18 anni – aveva anche cambiato il proprio nome. Precedentemente all’assunzione del trono, durante il periodo dell’eresia amarniana, e antecedentemente alla restaurazione degli dei e del culto di Amon, dovuti allo stesso Tutankhamon, la parte teofora del nome faceva riferimento al dio Aton ed era, pertanto, Tutankhaton.

Akhenaton, padre di Tutankhamon e marito della celeberrima regina Nefertititi. Akhenton aveva avuto il “piccolo” re” da un’altra donna

Purtroppo, nonostante il sarcofago sia rimasto inviolato, la mummia del faraone è arrivata fino a noi in pessime condizioni. La causa è stata individuata in un’azione di lenta autocombustione dei tessuti cutanei scatenata dagli oli abbondantemente spalmati dagli imbalsamatori sul defunto prima di avvolgerlo nelle bende.
Il resoconto finale, sulle attività cliniche attinenti al re Tutankhamon, traccia un quadro complessivo decisamente critico.
Il re soffriva di piede equino, aveva malformazioni anche al piede sinistro, soffriva di Malattia di Kohler e, benché di giovanissima età, era tuttavia alquanto fragile e necessitava di bastoni per camminare a causa anche delle ossa necrotiche e della frattura alla gamba sinistra; alcuni di tali disturbi, tra loro sommati, potrebbero essere stati responsabili di infiammazioni cumulative e immuno-soppressive in un soggetto, perciò, debilitato e in cui una infezione malarica potrebbe essere stata fatale. Non è stato perciò possibile una diagnosi univoca della causa di morte, ma solo ipotesi di concause.
Ulteriori indagini svolte da esperti inglesi con l’aiuto di periti legali, si sono orientate sulla morte traumatica, basandosi sul fatto che la mummia reale si presenta frammentaria, con lesioni nel lato sinistro e mancante del cuore. Il cuore dagli Egizi non veniva asportato, perché era considerato la sede dell’anima. Nel caso di Tutankamon, trovandosi il cuore a sinistra, potrebbe essere stato così danneggiato, che si preferì asportarlo. Il corpo poi presenta lesioni al braccio sinistro, mancanza del bacino sinistro e una frattura esposta nella gamba, che fu riempita di resina durante l’imbalsamazione. Un evento traumatico quindi sembra abbia colpito nella parte sinistra il giovane faraone, causandone la morte. Il fatto che siano rimaste intatte le ossa delle spalle e la testa di Tutankamon fa pensare a una morte per lesione da schiacciamento, più che una caduta accidentale, quindi sembra probabile un incidente o una morte in combattimento (le lesioni sono compatibili con l’essere parzialmente travolto da una ruota di carro da guerra).