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Ultimi giorni per la mostra “Un tesoro veneziano a Roma”



[box type=”note” ]Un tesoro veneziano a Roma
Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, via di San Michele, 23, 00153 Roma
Fino al 20 febbraio 2015
L’ingresso è gratuito ma solo su prenotazione

Orari mostra: dal lunedì al venerdì
Visite guidate con quattro turni giornalieri di un’ora ciascuno orario turni: 10.00-11.00; 11.00-12.00; 14.30-15.30; 15.30-16.30

Prenotazioni: 06 6723 6228 dalle 11.00 alle 13.00  [/box]

Le tavole del polittico di Santa Sabina di Antonio Vivarini e Giovanni d’Alemagna, oggetto del delicato intervento di restauro realizzato nei laboratori dell’ISCR, esposte al pubblico fino al 20 febbraio presso la sede del San Michele prima del loro rientro a Venezia. Dopo il restauro, condotto in collaborazione con la Soprintendenza SPSAE e il Patriarcato di Venezia ha visto impegnate anche le allieve della SAF, l’Istituto apre le porte del Laboratorio per mostrare al pubblico i sei dipinti appartenenti al polittico di Santa Sabina, realizzati da Antonio Vivarini e Giovanni d’Alemagna nel 1443 per la cappella di San Tarasio, nella chiesa di San Zaccaria di Venezia. Le opere erano state trasferite da Venezia all’ISCR il 6 dicembre 2013, e saranno riconsegnate alla chiesa di San Zaccaria il prossimo 26 febbraio.

Le sei tavole raffiguranti i santi Gerolamo, Sabina, Lizerio, Margherita e Agata e un angelo con cartiglio, sono attualmente custoditi all’interno di un ambiente climatizzato dove i visitatori saranno ammessi a piccoli gruppi, accompagnati dagli esperti dell’ISCR. La mostra è corredata da pannelli esplicativi su alcuni dei temi di maggior interesse: la metodologia del restauro, le novità emerse nel corso dei lavori, le complesse tecniche esecutive, il problema posto dalle condizioni climatiche “estreme” del luogo di collocazione abituale nella chiesa veneziana e le soluzioni messe in atto dal team ISCR.

Sant'Agata, foto Angelo Rubino, © ISCR 2014
Sant’Agata, foto Angelo Rubino, © ISCR 2014

 

Il restauro delle sei tavole si era reso necessario, in particolare, per le condizioni degli strati pittorici. Si era evidenziata una storia conservativa alquanto complessa, fatta di manutenzioni e interventi reiterati nel tentativo di rallentare l’inevitabile degrado dovuto alle condizioni ambientali critiche della cappella di Tarasio, ambiente per il quale il polittico fu commissionato e mai spostato nel corso dei secoli.

E’ opportuno ricordare che all’interno della cappella (per altro sovrastante una cripta perennemente allagata) i valori di umidità relativa oscillano tra il 70 e il 90 %. In previsione dell’intervento di restauro, proseguendo una linea di ricerca avviata negli anni ’70 con la Pala Baglioni di Raffaello della Galleria Borghese, è stato studiato e testato un nuovo sistema di protezione del retro dei dipinti, che ha consentito di contenere gli effetti negativi delle variazioni termo-igrometriche che si sarebbero inevitabilmente prodotti in seguito al trasferimento a Roma.

Santa Sabina, foto Angelo Rubino, © ISCR 2014
Santa Sabina, foto Angelo Rubino, © ISCR 2014

 

I polittici della cappella di San Tarasio, tra i quali quello dedicato a Santa Sabina, nella monumentale chiesa rinascimentale di San Zaccaria, sono tra i più importanti complessi pittorici e scultorei realizzati a Venezia alla metà del Quattrocento, in un significativo momento di passaggio dal linguaggio figurativo del Gotico Fiorito al Rinascimento. I tre spettacolari polittici, incorniciati in una struttura lignea intagliata e dorata, erano talmente ricchi e preziosi da far meritare all’ambiente l’appellativo di Cappella d’oro. Svolgevano anche la funzione di contenitori di reliquie, delle quali il convento benedettino di San Zaccaria possedeva una collezione ricchissima, seconda solo a quella di San Marco. Fonte: Mibact