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Un diavolo rosso appare sulle rocce della cascata dell’Acquacheta, cantata da Dante nell’Inferno


Alle cascate dell’Acquacheta, sul salto del Lavane è apparsa, nelle ore scorse,la scultura “Diavoletto rosso” dell’artista Valerio Mirannalti di Fiesole. L’opera resterà lì, nel parco leterario. L’artista ha voluto raccordarsi a Dante – che canta questo luogo nell’Inferno -, rappresentando il genius loci.
“È stata una lunga gestazione iniziata un anno fa – ha spiegato lo scultore – ma finalmente la mia scultura ha trovato la sua collocazione definitiva. Da oggi chiunque andrà a vedere le cascate dell’Acquacheta si troverà difronte “il piccolo demone della cascata”. Chissà che non sia uno dei tanti decantati da Dante?!”

L’Acquacheta è un corso d’acqua tosco-romagnolo, affluente del fiume Montone. La fonte si trova sull’Appennino toscano nei pressi del comune di San Godenzo, in Provincia di Firenze. Poco prima di passare per San Benedetto in Alpe in provincia di Forlì-Cesena, dove unendosi al Troncalosso forma il Montone, precipita in modo spettacolare da un alto salto di arenaria, dividendosi in mille, rumorosi rivoli. In quel punto il suono delle cascate è cupo e spaventoso. Per questo Dante, come vedemo più avanti, paragona questo luogo ai suoni delle acque infernali, in caduta.
Dante Alighieril’ha citato nella Divina Commedia (Inf. XVI, 94-102):

«Come quel fiume c’ha proprio cammino
prima dal Monte Viso ‘nver’ levante,
da la sinistra costa d’Apennino,
che si chiama Acquacheta suso, avante
che si divalli giù nel basso letto,
e a Forlì di quel nome è vacante,
rimbomba là sovra San Benedetto
de l’Alpe per cadere ad una scesa
ove dovea per mille esser recetto;
così, giù d’una ripa discoscesa,
trovammo risonar quell’acqua tinta,
sì che ‘n poc’ora avria l’orecchia offesa.»