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Archeologo e prete trovano con metal-detector, in un campo, tesoro di 900 anni fa. 6500 monete d’argento e anelli d’oro


Un archeologo professionista, un parroco – che ha raccolto voci ricorrenti sulle coordinate di un tesoro – e un metaldetector. Misceliamo questi elementi dirompenti per ottenere ottenere un risultato sorprendente: il ritrovamento di 6500 monete medievali d’argento e quattro anelli d’oro, riposti più di 900 anni fa in involti di lino, collocati in un grosso vaso di terracotta dalla forma di campana e sepolti in un campo. Il ritrovamento è avvenuto nelle settimane scorse in un villaggio polacco, a Słuszkow, nella Polonia centrale ed è stato comunicato in questi giorni. Ricostruiamolo minuziosamente.

L’ANTEFATTO

Nel piccolo villaggio polacco, in punto che non era stato documentato, un tesoro di 13mila monete medievali era già stato portato alla luce nel 1935. Adam Kędzierski, archeologo, in questi mesi intendeva dedicare un libro alla straordinaria scoperta del secolo scorso, cercando di ricostruire con maggior precisione le dinamiche e il luogo del ritrovamento. Nel 1935 ci si era occupati della scoperta in sé, senza che essa fosse collocata nel contesto territoriale. Per questo motivo – di fronte a una lacuna evidente della storia – lo studioso  ha cercato di raccogliere testimonianze, sperando che nella catena delle generazioni, qualche ricordo fosse rimasto. Prezioso, a questo punto, è stato l’intervento di un parroco che ha vagliato ogni informazione e ha comunicato all’archeologo il punto in cui il vecchio tesoro, presumibilmente, era stato trovato.

LA CRONACA
Adam Kędzierski, l’archeologo, ha perlustrato la zona con l’aiuto di un metaldetector, ipotizzando la possibilità della presenza di altro materiale metallico analogo, in aree non distanti dal presunto punto di interramento del precedente tesoro. La ricerca l’ha portato in un campo pianeggiante, in campagna, non distante da una villetta moderna. E qui il metaldetector ha iniziato a suonare. L’archeologo ha rimosso 30 centimetri di terreno e ha trovato la bocca del vaso dei monete. A quel punto ha chiesto a un gruppo di volontari che presidiassero l’area e ha predisposto lo scavo archeologico. (qui vediamo lo scavo nella foto scattata da Adam Kędzierski)

 

Il vaso è stato poi prelevato e sottoposto ad indagini diagnostiche che potessero documentare la posizione dei materiali al proprio interno (la sezione del vaso, qui sotto)

 

Il tesoro era imballato scrupolosamente e certamente, in origine, l’imboccatura era sigillata. All’interno del vaso erano state collocate tre fasce di stoffa che proteggevano e tenevano bloccato – come normalmente si fa per merci da trasportare per evitare che l’oscillazione del nucleo pesanti sfondi il contenitore o che il contenuto stesso sia danneggiato –  un cesto pieno di 6500 monete d’argento, alcuni piccoli lingotti e quattro anelli d’oro. (Nelle foto di documentazione presentate dall’archeologo Adam Kędzierski)

 

 

A quei tempi l’argento aveva un valore elevato come materiale ed era pertanto un bene rifugio, con un’analoga funzione a quella dell’oro. Il tesoro polacco è costituito da monete d’argento ceche, danesi, ungheresi e tedesche della fine dell’XI – inizi del XII secolo, e in particolare di monete “Radenpfennig”, decorate con croci . Sotto il profilo numismatico le monete più importanti, in questo mucchio, sono quelle coniate con il nome dell’imperatore germanico Enrico III (1017-1056). Un notevole valore di documentazione storica – e numismatica – è costituito, nel mucchio, dalla presenza di monete battute da Sieciech, signore della corte del duca di Polonia Ladislao I (1044-1102 )., che consentirà di stabilire una provenienza non lontana, del tesoro stesso e di datare l’interramento al 1105 e anni immediatamente successivi.

GLI ANELLI D’ORO

Sono quattro gli anelli d’oro trovati nel vaso. Uno di essi – privo di pietra e simile a una vera nuziale – presenta iscrizioni incise in cirillico su tutta la sua circonferenza. Queste incisioni compongono una frase di impetrazione:  “Signore, aiuta la tua serva Maria”. Le ipotesi sono numerose sull’identità di Maria. (Di seguito: le iscrizioni sulla fede nella fotografia scattata dall’archeologo Adam Kędzierski)

“Il tesoro (datato 1105) potrebbe essere appartenuto a Zbigniew, duca di Polonia”, ipotizza Adam Kędzierski. “L’anello nuziale con l’iscrizione in cirillico potrebbe essere un regalo di sua nonna, Dobroniega Maria, figlia di Vladimir il Grande, principe di Kiev, e moglie di un principe polacco, Casimiro il Restauratore o dote di un’altra Maria di Kiev, moglie del conte Piotr Włostowic (1080-1153) e sorella minore del prima moglie del duca Boleslas III Bouche-Torso, il fratellastro del duca Zbigniew di cui sopra”.  Ma vedremo, più avanti, anche altre ipotesi.

PERCHE’ IN APERTA CAMPAGNA?

Le ricerche storico-archeologiche cercano ora di stabilire le connessioni con il contesto territoriale. Si ipotizza, infatti, che nella zona potesse sorgere – a quell’epoca – una residenza nobiliare campestre poi completamente destrutturata e scomparsa. Il tesoro, comprendente – in estensione – anche le 13mila monete, trovate nel 1935 in un’area che si ipotizza non sia distante da quella dell’ultimo ritrovamento, lascerebbe intendere che l’interramento sia avvenuto, probabilmente in modo sistematico, all’interno di una zona recintata e protetta. La morte improvvisa di chi aveva sepolto questi beni e, contemporaneamente, di chi ne condivideva la conoscenza della presenza ne ha consentito la conservazione per 900 anni. Ora gli approfondimenti riguarderanno le informazioni che possono dare, collegati, il tesoro trovato recentemente e quello emerso nel 1935.  Altre ricognizioni sul territorio ed indagini storiche consentiranno di avvicinarsi sempre più alla soluzione dell’enigma.

IN COSA CONSISTE IL TESORO
TROVATO NEL 1935

Ora si tratta – come dicevamo – di trovare i collegamenti tra il Tesoro di Słuszków 1 e il Tesoro di Słuszków 2. Il Tesoro trovato nel 1935 è composto da 13.061 reperti medievali, soprattutto monete d’argento – battute in Polonia e in Paesi stranieri tra tra l’XI e il XII secolo – ornamenti e parti più o meno informi dello stesso metallo, che furono conservate per il valore intrinseco dell’argento. Tra questi materiali anche le prime monete battute in Polonia, quelle dei denari di Sieciech, un ambizioso duca polacco che era divenuto, di fatto, il dispotico primo ministro di Władysław I Herman (nato intorno al 1043 , morto il 4 giugno 1102),sovrano della Polonia negli anni 1079–1102. Il re di Polonia, per assumere il potere nell’ambito familiare, aveva dovuto contare sull’azione di Sieciech, che aveva assunto, alla corte, un potere maggiore di quello dello stesso sovrano. Sieciech era molto vicino – e probabilmente amante – di Judyta Maria, moglie del re stesso. Guerre, intrighi familiari e palatini portarono alla sconfitta, a cavallo tra il 1100/1101, di Sieciech. che fu costretto a lasciare la Polonia , dirigendosi verso le terre tedesche. Tornò in Polonia dopo pochi anni, ma – probabilmente accecato – non svolse alcun ruolo nel Ducato. I due tesori, tra essi collegati, lascerebbero pensare a materiali molto vicini alla famiglia regale o a quella dell’ambizioso Sichiech e della sua amante, la regina Judyta Maria, della quale non sia ebbero più notizie dal 1192. Judyta Maria Salicka era nata nel 1047 a Ravenna ed figlia dell’imperatore, re di Germania e Italia , Enrico III il Salico. Nel tesoro recentemente trovato non solo appare un anello con il nome di Maria, inciso sia pur con lettere cirilliche, ma anche monete battute proprio Enrico III (1017-1056), padre di Judyta Maria. La donna aveva sposato, in primo tempo, Salomone d’ Ungheria , poi si era unita in matrimonio con il sovrano di Polonia, dal quale avrebbe avuto tre figlie. Il periodo in cui i tesori furono sepolti coincidono con l’epoca di queste vicende o con gli anni immediatamente successivi.

Di seguito: le immagini del luogo, nel servizio dell’emittente polacca Poland Im