Press "Enter" to skip to content

Valeria Olivo, guardare due sacchi della spazzatura e scoprire panneggi rinascimentali


Stile Arte intervista Valeria Olivo, insignita del terzo premio sezione Pittura del Nocivelli 2018

https://www.premionocivelli.it/opera/untitled-9

L’artista Valeria Olivo

Iniziamo con una breve scheda anagrafica, come se leggessimo una carta d’identità. Sotto il profilo della produzione artistica può immediatamente specificare il suo orientamento stilistico ed espressivo?
Sono nata a Marostica nel 1990. Ho conseguito nel 2015 il Diploma Accademico di Primo livello in Arti Visive presso la NABA di Milano. Durante la mia formazione ho cercato di capire quale fosse il mezzo espressivo con il quale avessi maggiore padronanza; il disegno, per me, è da sempre stato un linguaggio istintivo, ma ci tenevo a sperimentarne altri, come la fotografia e il video. Mi sono resa conto che della fotografia mi servivo più per appropriarmi di ciò che potesse corrispondere al mio immaginario, interpretando ciò che volevo approfondire. Durante diversi viaggi compiuti all’estero, ho potuto accumulare materiali fotografici che sottendono a visioni legate al tema dell’abbandono, osservando le dinamiche antropologiche marginali. Questo mi ha permesso di elaborare un percorso intimo che rivaluta anche gli oggetti di scarto. Guardando a tutto ciò a cui non diamo particolare importanza mi sembra di conservarne l’identità, onorandone la marginalità.
Nell’ambito dell’arte, della filosofia, della politica, del cinema o della letteratura chi e quali opere hanno successivamente inciso, in modo più intenso, sulla sua produzione? Perché?
Penso a Sebastiao Salgado, a Robert Capa, a Francesco Jodice… il loro punto di vista riesce a cogliere immagini incisive attraverso il confronto con condizioni estreme dell’umanità, sempre intese come territori capaci di generare visioni straordinarie. Nell’ambito dell’arte contemporanea gli artisti che hanno più inciso nella mia produzione sono Giovanni De Lazzari, per la meticolosa delicatezza con la quale esprime il conflitto tra uomo e natura, per i suoi soggetti in stretto rapporto con il reale e per la capacità che ha di elevarli a una condizione quasi incantata; Adrian Paci, per le sue tematiche legate alla memoria, all’identità e alle vite in transito; Gianfranco Ferroni, per il suo immaginario intimo e per la scelta di soggetti umili, espressi attraverso luci e ombre che sembrano provenire da una fonte interiore, profondamente soggettiva; Emma Ciceri, per la sua ricerca di individualità straordinarie nell’uniformità della folla; Cinzia Benigni, per la capacità di fondere poeticità e irruenza in un percorso contraddistinto da inquiete delicatezze; Francesco Pedrini, per il suo sguardo sospeso tra cielo e terra, sempre intento a cogliere i rapporti impalpabili ma percettibili fra astrazione e concretezza. Non mi stanco mai di rileggere Il Milione o di rivedere Il Cielo Sopra Berlino…
Può analizzare nei temi e nei contenuti l’opera da lei realizzata e presentata al Premio Nocivelli, illustrando le modalità operative che hanno portato alla realizzazione?
Queste immagini sono il risultato di una riflessione a proposito degli scarti. Rivalutando gli elementi marginali, ho cercato di elaborare una visione soggettiva dell’oggettività intesa come fisicità inutile dei prodotti consumati, cercando il mistero celato oltre l’ovvietà. Ciò che non vediamo rende possibile immaginarlo; il contenuto modifica il contenitore, lo sguardo modifica sempre ciò che osserviamo.

Sent by Barbara Bongetta

 
Indirizzi di contatto
Valeriaolivo1990@gmail.com
https://valeriaolivo1990.wixsite.com/artista