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Winslow Homer: Madama Butterfly cattura farfalle



di Enrico Giustacchini

Il bravo Winslow Homer è, innanzitutto, un realista. Uno yankee coi piedi per terra, che dai viaggi e dalle esperienze europee – in Francia, in Gran Bretagna – ha tratto lezioni di stile, più che folgoranti intuizioni poetiche.


Da pittore, egli ama raccontare il mondo visibile. Gli uomini. La natura. Gli uomini dentro la natura. Scoprendo negli anni della maturità il fascino, inafferrabile e ineludibile insieme, dell’eterna lotta che contrappone i primi alla seconda.

Così, ad un certo punto, Homer pensa bene di farsi costruire uno studio sulle rive dell’oceano. Vi dipinge marine dove le barche sono gusci di noce nella tempesta e i pescatori tremano, schiacciati fra le nubi fumanti e il ribollire della spuma.

Sino ad allora, il Creato gli era apparso tutto sommato inoffensivo. Se talvolta scoccava la scintilla della battaglia, il nemico poteva essere, al più, una farfalla giallonera, come nel quadro che presentiamo. L’artista è testimone qui del duello tra la Butterfly Girl di buona famiglia- vestito della festa, cappello sbarazzino, guance accaldate e mento volitivo – e una coppia di sventuratissimi macaoni. Uno dei due lepidotteri è già stato fatto prigioniero, e si gioca l’integrità delle ali e la stessa vita tra le dita guantate della giovinetta. L’altro svolazza ancora intorno, ma neppur esso, temiamo, saprà sfuggire al micidiale retino.

La scena di quest’epica pugna ha per sfondo una verzura rigogliosa, offerta ad un abbarbagliante meriggio che irresistibile vìola la cortina. Alla ribalta, tra i ranuncoli e il trifoglio, le corolle delle margherite, imbevute di luce azzurra, tutto sembrano meno che parenti del blaue Blume di Novalis, così disarmate nella consapevolezza della propria caducità, così lontane dall’assurgere a simbolo della distillata verità delle cose.

Winslow Homer, Ragazza che cattura farfalle, olio su tela, 1878
Winslow Homer, Ragazza che cattura farfalle,
olio su tela, 1878