La moglie Youki, nelle sue memorie, tramandò anche il curioso aneddoto secondo il quale Fujita riusciva a vendere a tempo di record le uova di una bottega di rue Lepic sulle quali egli aveva realizzato un proprio minuscolo autoritratto. Dopo essersi assentato dalla Francia in occasione dei lunghi viaggi compiuti in America Latina, Cina e Giappone, vi fece ritorno definitivamente nel 1950, scegliendo, una volta ancora Montparnasse (dopo aver subito come molti altri artisti il fascino di Montmatre), e nel 1955 ottenne la nazionalità francese
Posts published in Aprile 2017
E' stato tra i finalisti del premio Nocivelli 2015, con l'opera che pubblichiamo qui di seguito, L'analisi compiuta dall'autore:"Il mio trittico è la sintesi di un progetto più ampio che, attraverso l'uso del linguaggio fotografico, vuole far riflettere sui contrasti percettivi tra interno ed esterno e sulle inevitabili connessioni tra l'essere umano e l'ambiente in cui abita.
L'architettura popolare grigia, dall'aspetto imponente, sempre vista da lontano o di passaggio, ha l'aspetto di un limbo eterno, di un monumento un po' scomodo che forse a volte fingiamo di non vedere".
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E' una serigrafa integrata da interventi pittorici. Realizzata con un clichè di seta e ricavata da una fotografia tratta dal Libretto rosso, poi virata nei colori. Poi, questo sì, ottimamente integrata con il pennello intinto nell'acrilico. Se riguardasse un altro autore potremmo dire: serigrafia ritoccata a mano. Qui, invece, siamo di fronte a un ribaltamento della storia e dell'economia dell'arte. Non è il mezzo che conta. Anzi, il mezzo deve essere più rapido possibile; un insulto alla sofferenza della ricerca negli artisti europei di quegli anni
Lunga oscurità, quindi ecco il grande ritorno novecentesco. Fu un francese, il sarto Louis Réard, a ridisegnarlo, nel 1946, a guerra finita, con tanta voglia di ripartire e di cancellare la guerra. Ma qualcosa di atomico e di esplosivo restò nel nome: Bikini. Bikini è un atollo sul quale si svolgevano esperimenti nucleari. Nessun modella, però, accettò di posare inizialmente con il vecchio-nuovo costume; il sarto fu così costretto ad ingaggiare una spogliarellista. Il grande sospetto Il due fu sdoganato, a suon di film e canzoni
Naturalmente il soggiorno romano e, in particolare, un sopralluogo a Pompei, scatenano una serie di emozioni, poi tradotte in pittura. Pablo avverte che le forme frammentate e appiattite del cubismo sintetico sono destinate a volgere verso il decorativo: adotta allora l’antidoto di un linguaggio ispirato alla classicità, funzionale alla creazione di immagini solide, corpose, monumentali.
Lo scultore è stato tra i finalisti del Premio Nocivelli 2016, con l'opera qui presentata. "Viviamo in un contesto edilizio di occasioni di speculazioni senza porsi richiamo ideologico, importante è fare. Ho sentito il bisogno di richiamare l'attenzione per questa piaga che ormai è diventata di normalità assuefatta".