Bambine soavi, piccoli pastori impegnati a suonare il flauto, fratellini addormenti dolcemente. L'amore ottocentesco per l'infanzia trova uno dei massimi cantori nella pittrice pre-raffaellita Sophie Gengembre Anderson. Nata a Parigi nel 1823 da un architetto francese che aveva sposato un'inglese, apprese le tecniche del ritratto nella capitale francese, frequentando lo studio di Charles Auguste Steuben, uno specialista del ritratto. Durante la rivoluzione del 1848, quando Sophie era venticinquenne, la famiglia decise di partire per gli Stati Uniti d'America. Vissero tra Cincinnati e Manchester della Pennsylvania, città nella quale la ragazza incontrò il pittore Walter Anderson, che sposò poco dopo.
Nel 1854 si trasferirono a Londra, dove la pittrice esibì i propri lavori nella Royal Academy. Nel 1858 presero la via di New York, per poi tornare definitivamente a Londra nel 1863. I suoi primi dipinti mostrano una forte attenzione per il dettaglio botanico, in comune con i Preraffaelliti. Morì nella propria casa, a Falmouth nel 1903
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La strenua resistenza dell'artista al Modernismo sfociò nell'imposizione di una pittura di figura, solida nei colori e lieve negli effetti, ambigua nell'atmosfera e metafisica nella globalità - Il tempo quale entità statuaria entro la quale l'essere non transita ma permane - L'influsso di Piero della Francesca e Paolo Uccello - A Palazzo Grassi la più grande mostra a lui dedicata.
Nel filmato vedremo fotografie e dipinti. Nella prima parte del video, la tomba di Alice e alcune fotografie della sua maturità. Ad eccezione di due o tre immagini specificano gli autori, tutte le foto in questo slideshow sono state scattate da Charles Lutwidge Dodgeson, cioè Carroll. Il 4 luglio del 1862, in una barca a remi lungo il fiume Isis, durante una gita finalizzata a un pic-nic, Alice,che aveva dieci anni, chiese a Charles Dodgson-Carroll che raccontasse una storia per intrattenere lei e le sue sorelle, Edith (8 anni) e Lorina (13). Mentre il reverendo Robinson Duckworth remava, Dodgson raccontò alle bambine una storia fantastica che aveva per protagonista una bambina di nome Alice. Alla bambina piacque moltissimo e chiese a Dogson-Carroll di mettere per iscritto, quella storia, per lei. Il che avvenne. Carroll le consegnò il manoscritto in novembre. Poi pensò di rielaborare il lavoro per darlo alle stampe. Molto è è stato detto circa la mancanza di espressione di Alice nelle fotografie. E si è ritenuto che questo atteggiamento nascondesse una tristezza da coercizione e qualcosa di più grave.
la scimmia che è raffigurata sulla manica della nobile bambina, ritratta nel 1601 circa da Rubens, simboleggia prosperità e protezione dalle malattie, come il corallo – rappresentato anche nel Ritratto di Giovanni de’ Medici, dipinto da Bronzino nel 1549 -, rimedio contro malocchio e infermità, proprio grazie ai rametti appuntiti che avevano la capacità di deviare l’influsso malefico
[caption id="attachment_27740" align="aligncenter" width="684"] P.P.RUBENS, Ritratto di Eleonora Gonzaga all'età di tre anni, 1601 ca., olio su tela, cm. 76 × 49,5, Vienna, Kunsthistorisches Museum. Nel cerchio, il gioiello portafortuna che allude, al tempo stesso, alla vanità femminile. La scimmia, infatti si specchia[/caption]
Nell'ambito del vasto Corpus delle opere di Gustave Doré, accanto ai dipinti - meno noti della sua produzione grafica, ma splendidi - troviamo anche illustrazioni di altissimo livello d'invenzione e di tecnica. Aggirando le tavole molto note realizzate per la Divina Commedia, emergono opere compiute per diversi libri destinati ai bambini e ai ragazzi, tra i quali fiabe e romanzi.
Nel Medioevo, i piccoli venivano rappresentati come uomini miniaturizzati. E non era soltanto questione di tecnica. Queste raffigurazioni tengono conto dell’idea che la società dell’epoca aveva nei confronti dell’infanzia
Prima di lui i bambini erano solo piccoli uomini. Desiderio da Settignano, figura-chiave della scultura fiorentina del Quattrocento, col suo sensibile trattamento della materia esplorò il mondo dei fanciulli individuandone le peculiarità, con uno stile caratterizzato dalla dolcezza del sembiante e dall’intensità espressiva
Nel passato remoto, l'associazione tra una figura femminile e il gatto, non era ben percepita, nonostante essa nasca da un'empatia naturale. Le bambine e le donne riescono a comunicare meglio con questi piccoli animali, rispetto ai maschi. Eppure un tempo il gatto era simbolo del diabolico, al punto da essere rimasto nella superstizione, in base alla quale se un gatto nero ci attraversa la strada, finiremo nei guai. Il gatto nero era ritenuto un'incarnazione demoniaca. E il suo attraversarci la strada significava che avrebbe interrotto il percorso di linearità quotidiana per lanciarci sulle impervie strade del male. Il rapporto positivo con i gatti eisteva, ma non veniva cantato. Fu l'Ottocento a riconsiderare il gatto, ufficialmente, e non solo come utile nemico dei topi.
Nel mondo delle immagini, l'avvicinamento alla pittura può avvenire con effetti da circo. Come per tanti giovani cinesi che da un paio d'anni visitano la mostra dei quadri in 3d, realizzati con le tecniche illusorie della prospettiva e della deformazione ottica. Vediamo il filmato