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Posts published in “La musica nell’arte”

Meravigliosamente eccessivo, come Venezia. Naviga e suona il violino-Arca di Noè dello scultore De Marchi

Artigiani, artisti e tecnici veneziani, in occasione della pandemia, si sono uniti per dar vita a questa opera, quale motivo di rilancio di un settore in ginocchio e per lanciare un messaggio di speranza al mondo: "Da quest'arca musicale, costruita durante il diluvio, scenderà la gioia"

Le pietre sonore dello scultore Pinuccio Sciola. Ascolta i suoni misteriosi che emanano accarezzandole

Alcune pietre, al passaggio di un'altra pietra leggermente strofinata, emettono suoni consecutivi dal do al sol, componendo una scala che viene poi - come sentiremo nel filmato, in questa pagina - destrutturata dai suoni successivi, deformati, come nella musica contemporanea, emissioni che mantengono una tonalità dolce, seppure a certi tratti inquietante e fantasmatica, molto simile a una voce femminile

Compra per 3 euro un quadro a un mercatino solidale. Era di David Bowie. Ora è all’asta a 17mila euro

Tra il 1995 e il 1997 Bowie ha creato una serie di quarantasette opere su tela che ha intitolato Dead Heads (o D Head). Ogni titolo includeva un numero romano non sequenziale. I quadri ritraggono membri della band, amici e conoscenti e, in alcuni casi, sono autoritratti

Dopo 80 anni di ricerche riappare in soffitta il grammofono erotico dei surrealisti

Jamais è un grammofono a trombone. La campanula acustica aspira una donna nel meccanismo. Sul piatto, rotante,due seni o due natiche vengono accarezzate da una mano. La svolta delle indagini sull'opera d'arte compiuta è avvenuta nel momento in cui, tra le mani del direttore del museo sono giunte due fotografie inedite scattate, nel 1947, da Nick de Morgoli e conservate in una collezione privata. Nelle immagini, il grammofono appariva nello studio di Picasso; in una delle due foto è presente lo stesso pittore catalano che osserva l'oggetto

Una medium per Kandinskij. La teosofia e la musica fornirono le basi per l’arte astratta

Il repentino mutamento delle opere del maestro scaturisce dal confronto con il gruppo di ricerche spiritualiste fondato da un’occultista. Il fine era quello di percorrere i moti invisibili che governano l’anima e il mondo, al di là delle ingannevoli apparenze della realtà. Alla base del cambiamento di rotta, oltre all’esigenza di rinnovamento dell’espressione artistica, si collocano le teorie di Rudolf Steiner (1861-1925), autore di Teosofia, introduzione alla conoscenza sovrasensibile all’autodeterminazione umana del 1904, volume apprezzato da Kandinskij e dal quale lo stesso prenderà ispirazione per Lo spirituale nell’arte, saggio del 1911.

I suoni del cosmo, cos'è lo strumento disegnato da Raffaello nella Scuola di Atene?

Collegare la sfera celeste a quella terrestre, e ogni singola vibrazione di questo produrrebbe diversi effetti sulla realtà: emanazioni comprensibili solo a patto che si analizzino con scrupolo gli intervalli sonori del “monocorde terrestre”, inteso come strumento musicale, e si applichino le risultanze al “monocorde cosmico”.
Raffaello ha intuito la grandezza di questa rivelazione, ponendola, per importanza, al di sopra di tutti gli altri studi di Pitagora e riconducendola di proposito ad emblema dell’erudito pensatore.

Il pianoforte nell'arte – Il video

Strumento ottocentesco, legato al Romanticismo, il pianoforte entra in pittura con la figura femminile. Rappresenta un angolo di casa, il più dolce, sentimentale, la cui fiamma sonora è affidata ad eleganti vestali. E del resto lo studio di questo strumento era di routine per tutte le ragazze di buona famiglia. Nello stesso periodo, in pittura, appare il segmento del presente, della vita quotidiana, della cronaca minuta, del lessico familiare che sentiamo sussurrato tra le note di Chopin o di Beethoven

Anamorfosi. Felice Varini dipinge il suono dilagante sulle mura di Carcassonne e lungo strade e palazzi. Video

Per il 20 ° anniversario dell'inserimento della città fortificata di Carcassonne nel patrimonio mondiale dell'Unesco (1998-2018) Varini ha preparato gigantesche installazioni, cerchi cerchi concentrici di colore giallo che adornano questo splendido complesso medievale, per tutta l'estate. Linee concentriche che si allineano soltanto da un punto di vista, mentre appaiono come graffi disordinati da ogni altro punto. Quando il punto di anamorfosi è colto dallo spettatore esse appaiono come immagini che rinviano alla musica e comunque al suono e alla vibrazione. Le linee curve gialle sono realizzate in strisce di alluminio dipinto. Le strisce sono state incollate ai muri e alle mura, nel corso di un intervento durato un mese, svolto da un gruppo di lavoro composto da otto artisti Felice Varini ha già operato, a livello di mega-installazioni - su tre castelli a Bellinzona, sulla  terrazza del Grand Palais di Parigi e nell'Orangerie di Versailles. "Volevo un giallo brillante e brillante che rimanga giallo intenso e chiaro, quasi elettrico", spiega

Stefano Fiorentino – Personaggi con bocche aperte: cantano, parlano, singhiozzano al funerale

In un periodo non precisato, compreso tra il terzo e il quarto decennio del Trecento, Stefano fiorentino, uno dei migliori allievi di Giotto (darà il nome del maestro a suo figlio, lui pure pittore di vaglia, e noto con l’appellativo di Giottino), lascia la Toscana per raggiungere Milano, chiamato da Matteo Visconti, che gli affida numerose ed importanti commissioni. Tornerà a Firenze per problemi di salute (“essendosi per la mutazione dell’aria ammalato”, scrive Vasari), e qui morirà, sembra nel 1350