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Posts published in “Pittura antica”

La vera famiglia della Bella e la bestia in pittura. Altri casi di ipertricosi nell’arte

Lavinia Fontana e lo Spagnoletto furono tra i pittori chiamati a documentare anomalie scientifiche da camera delle meraviglie. Dal ritratto della bambina-scimmia a quello della famigliola, in cui la mamma ha una barba fluente. Un interesse barocco, tra stupore e scienza, al servizio del vero

Francesco Casanova, pittore: vita, immagini e quotazioni del fratello del seduttore. Artista di battaglie

Francesco era nato nel 1727, due anni dopo Giacomo. Era venuto alla luce a Londra, dove sua madre, la veneziana, Zanetta Farussi aveva debuttato come attrice, donna che Carlo Goldoni nelle sue Memorie avrebbe successivamente indicato come: "....una vedova bellissima e assai valente". La nascita in terra londinese e la leggerezza di costumi del Settecento, avevano permesso a Francesco di affermare di non essere un vero Casanova, ma di essere figlio di re Giorgio II. Suo padre, ufficialmente, era invece Gaetano Casanova, un attore e ballerino proveniente da Parma, con lontane origini spagnole, trasferitosi a Venezia per motivi di lavoro. Secondo la genealogia posta all'inizio delle Memorie di Giacomo Casanova, la famiglia paterna sarebbe stata originaria di Saragozza

Vergine delle Rocce – La mano di Dio e il rivelato linguaggio dei gesti nel quadro di Leonardo

Claudio A. Barzaghi analizza accuratamente e genialmente l'opera, individuando percorsi semantici sottotraccia eppur rilevantissimi. Le espressioni gestuali dei sacri personaggi, l'eco delle montagne che formano mani e dita, il racconto circolare del mistero di Cristo. Il raccordo con gli scritti di Leonardo e con le evidenze storiche e teologiche
[caption id="attachment_23327" align="aligncenter" width="640"]Leonardo da Vinci, Cartone di sant'Anna (Sant'Anna, la Madonna, il Bambino e san Giovannino) , 1501-1505 circa, disegno a gessetto nero, biacca e sfumino su carta, 141,5x104,6 cm., di Leonardo da Vinci, databile al 1501-1505, Londra National Gallery Leonardo da Vinci, Cartone di sant'Anna (Sant'Anna, la Madonna, il Bambino e san Giovannino) , 1501-1505 circa, disegno a gessetto nero, biacca e sfumino su carta, 141,5x104,6 cm., di Leonardo da Vinci, databile al 1501-1505, Londra National Gallery[/caption]

Tredici apostoli all’Ultima Cena piĂą GesĂą. Perchè in alcuni affreschi i conti non tornano?

Qui la preoccupazione del pittore - che evidentemente sottostava a una pianificazione politico-teologica che giungeva dai committenti dell'affresco - è di sottolineare la continuità della Chiesa, la sua invulnerabilità; la sua eternità. La scomparsa di Giuda non è ancora avvenuta, ma ecco che il pittore anticipa l'avvento di Mattia, che dà l'idea della tempestività della Chiesa stessa a colmare i vuoti che si creano in essa. Ben più di un semplice eccesso, quello dell'affresco di Carisolo. Ma chi era esattamente il tredicesimo apostolo?

Nostradamus. Fu disegnatore. Tramandò i segreti attraverso illustrazioni. E fu ritratto dal figlio pittore

Nostradamus, oltre che con le quartine poetiche, si esprimeva, per le sue "profezie" con disegni acquerellati, che dovevano costituire interrogativi, frutto di regole consolidate dalla storia. Pittore e "pre-visore, piĂą che semplice ciarlatano. I disegni che Nostradamus elabora, forse poi completati, in anni successivi, dal figlio pittore, si riferiscono alle pratiche ermetiche del Medioevo e rispondono a un'iconografia ripresa da libri, illustrazioni e dipinti dell'epoca. Questo apparato iconico inscrive Nostradamus in una tradizione che tende a individuare i meccanismi logici della storia umana, sottoposti alla variante del Caso o del Caso. E pertanto le opere del maestro non andrebbero lette - anche sotto il profilo delle immagini - come profezie ma previsioni di situazioni dettate da una "macchina delle combinazioni"

Diffamazione a mezzo quadro: come Michelangelo umiliò Soderini

Ecco uno dei casi più curiosi e clamorosi del pennello al servizio della pubblica denigrazione, nella Cappella Sistina.Il Buonarroti aveva, del resto, il dente avvelenato con il Soderini dai tempi del “David”. Colui che allora era il Confaloniere di Giustizia, giunge in piazza mentre Michelangelo è al lavoro e giudica il naso della statua un po’ grosso, come racconta Vasari. Con arie da intenditore suggerisce ritocchi al giovane artista. “Forse avete ragione, eccellenza”, risponde Michelangelo. Recupera dal ponteggio una presa di polvere di marmo e ironicamente finge di assestare il naso.

L’Epifania dal Gotico a Leonardo da Vinci, come cambiò lo stile del racconto dell’arrivo dei Re Magi? PerchĂ©?

Dai favolosi racconti per immagini del Trecento e primo Quattrocento, alla svolta rinascimentale che toglie il fumo della leggenda per mettere a fuoco la veritĂ  monumentale dell'Adorazione dei Magi. Dalla soliditĂ  geometrica di Giotto, che parla a un gruppo di fedeli di eterogenea estrazione, al linguaggio raffinato, fiabesco ed elegante di Gentile da Fabriano e del Gotico internazionale, frutto della cultura d'elite delle corti e dell'alta nobiltĂ , per giungere alla fusione della citazione archeologica di derivazione greco-romana con il narrato. E soprattutto con la classica eroica possanza delle figure che, nel primo Rinascimento, si sviluppano dal modello della statuaria antica. Per parlare a tutte le classi sociali, con la veritĂ  degli episodi, la forza dei contesti architettonici e con il comune substrato latino.

Cosa significa l’immagine di una donna che cavalca un uomo?

Il tema iconografico è ricorrente in numerosi palazzi e castelli italiani. La stratificazione dei significati - e pertanto la polisemia - contempla l'analisi di un'allusione piĂą apertamente erotica, venata da un'idea di ribaltamento dei ruoli sessuali, percorsa da una vena sado-masochista. Così la libido assale in tarda etĂ : a San Gimignano il crollo amoroso di Aristotele è rappresentato in opposizione ai leciti piaceri dei coniugi. La leggenda divenuta pittura trae origine da un racconto che ricostruisce la vendetta di Alessandro Magno sul maestro troppo vigile nei confronti della morale. L’allievo trova una prostituta, e per l’erudito è umiliazione. Anche se, alla fine, la retorica lo salverĂ