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L’ampolla volante e altre storie prodigiose di Santi narrate dai pittori


Un ruolo fondamentale nella diffusione popolare del culto dei santi è stato svolto, nella storia del Cristianesimo, da quei pittori, miniaturisti, scultori che, dovendo raccontarne nelle loro opere vita e miracoli, sono stati condizionati dalla necessità di renderli immediatamente riconoscibili, di solito per mezzo di un qualche elemento caratteristico. Pensiamo ai quattro evangelisti: il bue di Luca, l’aquila di Giovanni, il leone di Marco e l’angelo di Matteo sono simboli entrati ormai stabilmente nell’immaginario comune.

Così come le chiavi che san Pietro stringe tra le mani, le frecce che trafiggono san Sebastiano, il lupo che accompagna san Francesco, il teschio ai piedi della Maddalena o la spada al fianco di san Paolo. In altri casi, invece, l’artista si sbizzarrisce, e individuare il personaggio effigiato può risultare difficile. Ecco alcuni esempi (per approfondire l’argomento, è utile il bel volume di Fernando e Gioia Lanzi Come riconoscere i santi e i patroni, Jaca Book, 240 pagine).

Floris de Vriendt, San Luca dipinge la Madonna
Floris de Vriendt, San Luca dipinge la Madonna

La colomba del vescovo Remigio. Sulla facciata occidentale della cattedrale di Reims è stata posta la statua del santo vescovo Remigio (437-533), opera dalle fattezze austere ma rassicuranti. Nella mano destra il religioso regge un’ampolla, sopra la quale vola una colomba. Per quale motivo? La spiegazione si trova nell’episodio del battesimo del re barbaro Clodoveo. Si narra che nel corso della funzione, che avrebbe dato il via alla conversione cristiana della Francia, la ressa fosse tale che il sacerdote incaricato di portare a Remigio l’ampolla con l’acqua battesimale fu impossibilitato a raggiungerlo. Allora lo Spirito Santo, in forma di colomba, discese dal cielo e, preso il contenitore nel becco, lo porse al vescovo, che poté così adempire al suo compito. L’evento determinò il motivo iconografico che in seguito avrebbe caratterizzato la rappresentazione di Remigio.
San Remigio si accinge a battezzare Clodoveo, cattedrale di Reims
San Remigio si accinge a battezzare Clodoveo, cattedrale di Reims

Il santo contadino aiutato dagli angeli. Sant’Isidoro (1070-1130) è invocato quale protettore degli agricoltori, dei fittavoli e dei raccolti, spesso rappresentato con abiti contadini in compagnia di un angelo che governa una pariglia di buoi oppure raffigurato, come in questo caso, vicino ad un pozzo, poiché in un’occasione salvò un bambino che vi era caduto dentro. Alonso Cano (1601-1667) illustra la fase conclusiva del miracolo, quando ormai l’infante è al sicuro tra le braccia della madre. Anche il falcetto, il covone di grano e la vanga sono attributi usuali del santo, legati alla vita campestre. Orfano, Isidoro è costretto a dure fatiche fin dalla giovinezza, spesso alla mercé di proprietari terrieri senza cuore e privi di fiducia nelle sue capacità. Ma Dio è vicino a chi, credendo, è sfruttato e irriso. Si narra, in proposito, che il fattore Giovanni di Vargas, avendo deciso di spiarlo per accertarsi del fatto che arasse i campi e non perdesse tempo a pregare, si avvide che nei momenti in cui Isidoro era intento nelle orazioni il lavoro veniva regolarmente svolto in sua vece dagli angeli.

Alonso Cano, Sant’Isidoro agricoltore e il miracolo del pozzo
Alonso Cano, Sant’Isidoro agricoltore
e il miracolo del pozzo

Spettri e fiamme color del sangue. Le Rivelazioni di santa Brigida sono un importante testo devozionale che influenzò anche l’iconografia (curioso, ad esempio, questo dipinto di scuola pisana, ispirato proprio dalle storie del libro, in cui compare una figura priva di arti e testa, una sorta di fantasma in veste azzurra). Brigida (1303-73), è una delle mistiche più conosciute del Cristianesimo. Viene visitata in diverse occasioni dallo Spirito Santo, in grado di comunicare con lei attraverso visioni: a sette anni le appare la Vergine, che le porge una corona, a dieci Gesù Crocifisso. Nel corso della vita compie numerosi pellegrinaggi con il marito (con cui ha otto figli) e, al rientro da uno di questi, i due decidono di ritirarsi in monastero.
Scuola pisana, Visione di santa Brigida
Scuola pisana, Visione di santa Brigida

 
Brigida fonda l’Ordine del Santo Salvatore, che ha per stemma cinque fiamme rosse simili a gocce di sangue – un rimando alle cinque piaghe di Cristo -, e con tali simboli è spesso raffigurata. Ogni settimana, è narrato, si faceva colare della cera bollente su una mano e, se la piaga si cicatrizzava prima di sette giorni, la riapriva. Per questo è a volte effigiata nell’atto di reggere una candela.
 
L’eremita, la cerva e il re cacciatore. L’iconografia di sant’Egidio (650-721) è ispirata da un avvenimento occorsogli nella valle di Baume di Sanillac, dove viveva da eremita, nutrendosi di bacche e radici e bevendo il latte di una cerva. Un giorno Wamba, re dei Goti, durante una battuta di caccia insegue la cerva per ucciderla. L’animale fugge in un luogo che ritiene sicuro, la grotta di Egidio, il quale rimane così ferito dalla freccia scoccata dal sovrano ignaro. Nato ad Atene, Egidio è ammirato e osannato per la sua fama di santo e guaritore. Stanco di essere al centro di un’attenzione spesso morbosa, decide di donare tutti i propri averi ai poveri e si reca in Francia, dove diventa eremita e incontra il re che, ammirato dalla sua virtù, gli dona un vasto terreno su cui costruire un monastero. In seguito all’invasione mussulmana, Egidio si rifugia con i confratelli presso la corte di Carlo Martello, luogo nel quale accade un miracolo. Un angelo appare al santo, che viene così a conoscenza, tramite un cartiglio consegnatogli dalla presenza celeste, del fatto che Carlo ha commesso un peccato, che però non ha il coraggio di confessare. Egidio convince il sovrano a pentirsi, unico modo per ottenere il perdono divino. Il santo è raffigurato di solito in veste da abate, con una freccia nella mano o nel braccio, accanto alla cerva oppure con un giglio. Non deve essere confuso con il santo cacciatore Uberto, il quale incontra nel bosco un cervo adulto, che dispone di un notevole palco di corna, al centro della cui fronte appare una croce.
Hans Memling, Sant’Egidio abate
Hans Memling, Sant’Egidio abate