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Paolo e Francesca – Perché con questa incisione Doré ha battuto tutti gli illustratori




Gustave Doré, Paolo e Francesca, incisione litografica, illustrazione del canto V della Divina di Dante Alighieri
Gustave Doré, Paolo e Francesca, incisione, illustrazione del canto V della Divina di Dante Alighieri

di Maurizio Bernardelli Curuz
Gustave Doré divenne coautore o traduttore della Divina Commedia di Dante, grazie alle illuminanti illustrazioni. Non pleonastiche. Non solo fondali d’atmosfera, ma conduttrici di un senso che la lingua arcaica e i coevi costrutti spesso velano all’occhio più moderno.  Egli fornì un sostegno, esegetico e mnemonico, al lettore e allo studente, pur non rinunciando a un proprio aspetto interpretativo. Quale pittore aderente al Romanticismo, Doré eccelse nelle atmosfere tormentate dell’Inferno, sia nelle tenebre lunghe e corrusche che nella dolcezza drammatica dell’episodio amoroso di Paolo e Francesca. Doré ebbe il potere di trasformare quei versi in immagini simboliche polimorfiche, come avvenne nell’illustrazione dei due amanti in volo, evocando, in un solo disegno più concetti. Il passo che precede questo “fotogramma” simbolico vede Dante e Virgilio nel girone dei Lussuriosi. Sono i peccator carnali / che la ragion sommettono al talento, cioè coloro che non usano il freno della ragione, di fronte al piano istintuale, ma umiliano il pensiero razionale a favore del dominio dei sensi. Costoro, nella Commedia dantesca, turbinano nel cielo, trascinati da un vento di tempesta. Nella moltitudine, Dante scorge due anime appaiate. S’incuriosisce di loro, le chiama per capire chi siano. Loro abbandonano lo stormo e, come colombe che s’affrettano a tornare al nido – le colombe rappresentano l’amore carnale, poco giudizioso, il sentimento travolgente, a differenza dell’amore stabile delle tortore – si dirigono verso Dante e Virgilio.
(Quali colombe, dal disio chiamate,
con l’ali alzate e ferme al dolce nido
vegnon per l’aere dal voler portate)
 Doré, cogliendo la suggestione della colomba unisce i due corpi che già Dante descrive come appaiati. So uno accanto all’altra abbracciati, come nel letto in cui Dorè, s’immagina che giacquero. Il corpo candido di Francesca diventa il ventre e il busto della colomba, mentre quello piu’ scuro di Paolo rappresenta le ali e il dorso del volatile. Non sono più due colombe, come nella Commedia, ma una sola carne.  Si può anche notare che questa colomba assume, nella propria aerea compattezza, la forma di cuore e di foglia strappata dal vento. Straordinario gioco del disegnatore. Insieme egli scolpisce gli amanti, il cuore, la colomba e la foglia lasciando che queste immagini agiscano sull’osservatore in modo subliminale., aperte e chiuse dalla comprensione del testo, aperte e chiuse come suggerimento ermeneutico.
 
NEL VIDEO CARMELO BENE RECITA L’EPISODIO DI PAOLO E FRANCESCA, CANTO QUINTO DELL’INFERNO, DIVINA COMMEDIA, DANTE ALIGHIERI