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Posts tagged as “pittura bresciana”

Il significato della scimmia nell’arte

Specchi inquietanti o divertenti dell’umanità, gli agili arboricoli appaiono nei quadri generalmente per ricordare la condizione degli uomini privi di coscienza e di cultura e preda delle pulsioni. Un viaggio alle radici che precede di millenni la scoperta darwiniana della "consanguineità". La scimmia si lega, nella pittura antica, alla sessualità perchè si masturba pubblicamente - e il suo gesto è identico a quello dell'autoerotismo umano maschile - e perchè le femmine esibiscono platealmente il posteriore al maschio con il fine di essere possedute. La gestualità, insita in questi atti, rinvia a qualcosa di estremamente primitivo, che la specie umana avverte ancora, comunque in sé.

[caption id="attachment_14399" align="aligncenter" width="326"]Un'incisione di Albrecht Dürer. La scimmia legata rappresenta gli istinti primordiali tenuti a freno Un'incisione di Albrecht Dürer. La scimmia legata rappresenta gli istinti primordiali tenuti a freno[/caption]

Realismo in pittura – Fu una lancia vibrata contro l’eresia

Tutto mosse dalla necessità di confermare la corporeità di Cristo e la sua presenza nell’ostia. Così la pittura fu un’arma di primaria importanza nella lotta ai catari, poi nell’opposizione agli anabattisti, agli zwingliani e ai luterani. La verità in Moretto e Romanino nacque da una precisa necessità della committenza religiosa: dimostrare che Dio scendeva quotidianamente tra gli uomini durante la Messa

Cesare Biseo, il pittore bresciano che illustrò l'Oriente De Amicis. Ecco le sue opere

Appartenente a una famiglia di pittori e di decoratori, Cesare Biseo, originario di Brescia, nacque a Roma il 18 maggio 1843 e morì, sempre nella capitale, il 28 maggio 1909. La sua genealogia, così si compone. Il nonno era Gaetano Biseo ( Brescia 1791-1862), pittore prospettico, chiamato alla decorazione parietale di numerose nobili abitazioni e alla scenografia. Viaggiò per lavoro e per studio e fu a Roma Venezia e a Parigi (1847). Gaetano si sposò con Giulia Mosconi ed ebbe due figli: Giovanni Battista (1815-1865) e Camillo (1816-1887), anch'essi pittori. Camillo divenne poi più noto per la sua fervente attività politica e per la partecipazione ai moti risorgimentali

Vincenzo Foppa e i Caylina. Dynasty tra pittori-parenti e pittori-serpenti

Non semplice lite, ma caso giudiziario senza esclusione di colpi. La vecchia madre dei Caylina, infatti, aveva lasciato in eredità la casa di famiglia, invece che ai figli, a Vincenzo, in cambio del suo mantenimento. Tale volontà fu contestata da Bartolomeo. Già dal 1481 Foppa si era rivolto nientemeno che al duca Gian Galeazzo Sforza affinché fosse interrotto il comportamento molesto del cognato, che non solo lo accusava di non aver rispettato i patti di mantenimento, ma addirittura di aver “venduto la casa di Sant’Agata”

Pitocchetto – La storia della committenza e dei passaggi del ciclo Salvadego di Padernello

Il Ciclo di Padernello è da ritenersi, all’interno dell’articolata e a volte inaspettata, vicenda pittorica di Giacomo Ceruti (1698-1767) una raccolta di opere intesa come “summa artistica”, senza chiaramente dimenticare e sottovalutare alcuni efficaci ritratti nobiliari, altre tele di soggetto pauperistico, le nature morte, e qualche esempio di pittura religiosa. Il Ciclo è composto da quindici grandi tele, acquisite da Bernardo Salvadego, attraverso l’antiquario Achille Coen, all’asta della collezione Avogadro, Fenaroli -Avogadro, Maffei Erizzo che si tenne il 20 aprile 1882, in Palazzo Fenaroli, a Brescia