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Walter Gay – Impressionismo da camera, gli interni più belli di Parigi e dintorni




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Non mancano, nell’impressionismo, autori che alla pittura di paesaggio preferirono una arte analitica sviluppata per scandagliare, come Degas, donne, ballerine, stanze con figure, palcoscenici. Ma furon, quelli di Degas, pur interni con figure, realizzati attraverso una tavolozza cromaticamente limitata,rispertto quella dei colleghi che si riconoscevano sulla linea Pissarro-Monet. Grande fortuna ebbe, nel momento in cui l’impressionsimo diventò una moda, il rilevamento pittorico de lpaesaggio interno, inteso come una veduta di stanze dei palazzi – soprattutto appartamenti di Parigi o ville e castelli del circondario – in cui gli apparati decorativi fiorivano in un sovrapporsi di reminescenze degli Stili Luigi XIV e Luigi XV – che l’Impero non era riuscito a cancellare – che si trovavano a colloquiare con lo stile Luigi Filippo. I dipinti non solo equivalevano a celebrare l’eleganza dei proprietari, ma, in alcuni casi, costituivano modelli al quale guardavano altri clienti, nell’orientamento di gusto che sarebbe poi confluito nelle riviste d’arredamento. Tra i maggiori impressionisti dediti al rilevamento degli interni, troviamo Walter Gay (1856-1937), pittore di origine americana, ma naturalizzato francese. Dopo gli esordi in patria, era nato a Hingham, nel Massachusetts, aveva sposato Matilda E. Travers, figlia ed erede di un magnate di New York, che era stato, tra le altre cose, co-fondatore dell’ippodromo Saratoga Race Track.
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Nel 1876 la fortunata coppia si trasferì a Parigi, dove Walter Gay divenne allievo di Léon Bonnat. Vivevano in un appartamento sulla Rive Gauche e nel 1907, acquistarono, il Château Le Breau, uno storico edificio con un parco di 300 acri, nei pressi della foresta di Fontainebleau. Gay alternò dipinti di sontuosi interni ad opere, di clima degasiano, nelle quali, con terre e bianchi, illustrava la vita dei contadini e della servitù.
Walter Gay ha ricevuto una menzione d’onore al Salone di Parigi del 1885; una medaglia d’oro nel 1888, e premi simili a Vienna (1894), Anversa (1895), Berlino (1896) e Monaco di Baviera (1897). Gazzetta divenne la Legione d’Onore e membro della società civile, di Monaco di Baviera.
Quando Walter Gay morì nel 1937 il New York Times lo ha descrisse come “il decano degli artisti americani a Parigi.” L’anno successivo il Metropolitan Museum of Art gli dedicò un’importante antologica.
La vedova rimase nella sua casa, in Francia, con l’intento di conservare memorie e dipinti. E quest suo presidio diventò moralmente ancora più intenso con l’invasione tedesca della Francia.
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Nel video un viaggio tra le opere di Walter Gay