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Posts published in Gennaio 2018

Accettereste in dono questa scultura? No? Fareste un errore gravissimo. Eccone il motivo

Considerato uno degli artisti più ricchi del mondo – se non il più ricco – osannato dalle star americane, Jeef Koons (1955) viene ritenuto, sotto il profilo della poetica neo-pop, l’erede di Andy Warhol. Le sue opere percorrono la linea del kitsch quotidiano e sono specchio della banalità e degli eccessi dei gusti consumistici. Gli americani della upper class hanno trasformato le sue opere in un oggetti di culto. Ha realizzato, tra l’altro, una scultura di cera per la copertina di Lady Gaga. Nel 1991 Koons sposò Ilona Staller, Cicciolina, dalla quale ebbe un figlio l’anno successivo che coincidette anche con la data di separazione. Le performance erotiche dei due furono trasformate in immagini-opera. Sculture di ampie dimensioni, come questa, valgono tranquillamente 2 milioni e mezzo di dollari

Bambine e gatti. La pittura dolce e sentimentale. Il video

Nel passato remoto, l'associazione tra una figura femminile e il gatto, non era ben percepita, nonostante essa nasca da un'empatia naturale. Le bambine e le donne riescono a comunicare meglio con questi piccoli animali, rispetto ai maschi. Eppure un tempo il gatto era simbolo del diabolico, al punto da essere rimasto nella superstizione, in base alla quale se un gatto nero ci attraversa la strada, finiremo nei guai. Il gatto nero era ritenuto un'incarnazione demoniaca. E il suo attraversarci la strada significava che avrebbe interrotto il percorso di linearità quotidiana per lanciarci sulle impervie strade del male. Il rapporto positivo con i gatti eisteva, ma non veniva cantato. Fu l'Ottocento a riconsiderare il gatto, ufficialmente, e non solo come utile nemico dei topi.

La voce dei grandi artisti. Voce e gesti di Keith Haring. Il video

L'opera non richiede grandi completamenti biografici o notizie accessorie, se noi dovessimo leggerla per come è stata concepita, cioè come un messaggio rivolto all'esterno. Ma poichè spesso parla anche a chi la produce, come se fosse un elemento estraneo a sé, risultano sempre interessanti elementi di completamento. Non solo biografici. Ma antropologici. Una voce ci dice tanto, come le posture che assumiamo nel parlare. E non ci sarà difficile cogliere nelle parole pronunciate e nelle immagini di questo ragazzo - che sfidava la polizia per dipingere nelle cattedrali del metro - tutti gli indizi che portano a una persona timida, educata, timorosa di raccontarsi. Un video da vedere e da studiare

Gude e la pittura romantica norvegese. Ma quanto sublime Leopardi in queste immagini

Monti incombenti, luci piene di eloquenza. Come se la natura osservasse l'umanità, dominandola con il proprio sguardo magnetico. Piccole figure rimangono schiacciate dalla vastità, nel fondovalle, antropizzato, e minimamente tiepido e confortante. E' con l'opposizione di questi due temi, entrambi fondamentali nell'impasto romantico, che il pittore ottiene visioni da brivido. Hans Fredrik Gude (1825-1903) è considerato, con Johan Christian Dahl, uno dei paesaggisti più importanti della Norvegia, associato con la scuola di Düsseldorf.

Bellissimo. Le immagini sovrapposte di Gesù creano il movimento del suo volto, che cambia espressioni. Il video

E' singolare l'odio manifestato nei confronti di questo uomo. E quanto i nemici e la sua stessa Chiesa abbiano fatto per trasformarlo o per cancellarlo, allontanandolo dalle verità dei Vangeli, quindi dalla sua stessa, straordinaria natura.. Questa volta, però, in ambito figurativo, la metamorfosi del Signore non solo gli rende merito, ma attraverso la tecnica del morphing, ottenuta attraverso la dissolvenza di una nuova immagine in entrata e con la centratura sovrapposta degli occhi, ne estrae le espressioni in movimento. Questo vivido mutare dei moti dell'anima ci offre spunto per un pensiero più profondo e per l'avvio di un confronto con l'uomo di Galilea

Gualtiero Marchesi, come si “impagina” un piatto pensando a Mirò

La creazione si rifà ad un personale codice poetico: rigoroso, lineare ed insieme assolutamente libero, gioiosamente inventivo. Permane in me, con forza, la lezione di Juan Miró, maestro e punto di riferimento imprescindibile. Anche in questo piatto prevale una visione luminosa, ilare, ludica direi, della vita e del mondo.

Così misero in Croce Gesù Bambino. Iconografia e iconologia del Bambino

Poichè le Natività non dischiudevano il dramma della Passione e la Gloria della Resurrezione, si procedette sostituendo la figura di Gesù adulto, nei pressi della Croce o proprio sulla Croce, con l'immagine di Cristo bambino. Un bambino di tre o quattro anni, addormentato sul legno della condanna capitale o già collocato sullo strumento di tortura e di morte