L'obiettivo del fotografo Karl Baden: scoprire il ruolo, attraverso un’analisi che dura da decenni, dell’invecchiamento e dello scorrere inesorabile delle lancette verso la fine, nella vita quotidiana...
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L’immagine della Madonna degli insorti pubblicamente fucilata, l’iconografia come strumento di battaglia, le incredibili sovrapposizioni e le sintesi tra le rappresentazioni delle divinità del mondo precolombiano e quelle del mondo celeste cristiano. Pare il capitolo di un romanzo di Garcia Márquez, uscito dalla fantasia lussureggiante dei Tropici, ma la contesa delle Madonne, in America latina, è un dato storico inoppugnabile. Le immagini sacre svolsero una funzione basilare nell’evangelizzazione del Nuovo Mondo
Il 7 luglio 1973 venne inaugurato il “Musée National Message Biblique Marc Chagall”: fu allora un evento unico perché per la prima volta in Francia venne consacrato ad un artista vivente un museo nazionale. Marc Chagall poté così collaborare nel progetto architettonico ed organizzare la distribuzione delle opere, rifiutando il criterio cronologico. Nulla venne lasciato al caso. Per il pittore russo l’arte era essenzialmente religiosa ed il tema biblico costituì una sorta di centrale filo conduttore della sua produzione; da qui derivò la decisione di donare allo Stato, riunendo in un unico luogo, costruito appositamente, il suo più importante lavoro dedicato alla Bibbia
Guido Reni dipingendo “San Michele Arcangelo che schiaccia il diavolo” (1636) disegnò Lucifero con le “fattezze” del cardinal Panfili che divenne poi Innocenzo X. Panfili era in disaccordo con la famiglia Barberini. E proprio Antonio Barberini, cardinale di Sant’Onofrio, fratello di Urbano VIII - come riporta lo storico Carlo Cesare Malvasia - aveva commissionato l’opera per collocarla nella chiesa romana dei Cappuccini
Whistler, invece di dare una bella pennellata di blu in faccia al critico, preferì ricorrere ai giudici. Gli diedero ragione, e Ruskin fu condannato a risarcire con un simbolico penny. Tuttavia per sostenere le spese della causa si impoverì tanto da accettare l’incarico non gradito della Fine Art di Londra. La società - che vendeva stampe - lo spedì a Venezia nel 1879 a produrre una serie di dodici acqueforti che servirono a pagare gli avvocati
Figlia di un birraio, moglie di un collega pittore, Judith Jans Leyster (1609-1660), olandese, ha cantato le gioie della famiglia e delle vita, lavorando soprattutto, pertanto, su interni, con una pittura tematicamente serena, tra ritratti, scenette di genere e nature morte. L'artista olandese ha operato con assiduità nel periodo compreso tra il 1629 e il 1635, cioè fino al matrimonio, celebrato l'anno successivo con Leyster Jan Miense Molenaer, un pittore che produceva ritratti e scene di genere
E' reale - e osservando la sua pittura estremamente sintetica sembrerebbe un aspetto leggendario della sua attività - la necessità che Matisse aveva di lavorare con modelle e modelli per la propria attività pittorica. Anzi. Possiamo dire che egli era più assillante e noioso, nei tempi di posa e nello scrupolo che egli poneva a "guardare dal vero", di un autentico ritrattista. Eppure se osserviamo le immagini che egli ricava dai soggetti notiamo una semplificazione estrema all'interno della quale il principio di individualità del modello stesso si perde nell'universalità. Eppure Matisse non poteva rinunciare a questo contatto
Francisco Goya fu “bocciato” al concorso di Parma del 1771, vinto da un pittore che oggi risulta un emerito sconosciuto. Ecco le due opere a confronto.
Un acquerello firmato Hitler e risalente, secondo la casa d'aste americana Nate D.Sanders, specializzata in autografi e cimeli storici, al 1912, quando il futuro dittatore aveva 23 anni, è andato all'asta on line,a un prezzo base di 30mila dollari, ma non è stata acquistato, forse per il soggetto floreale, distante dalle vedute urbane alle quali quali il futuro dittatore, nei tempi in cui si dedicava totalmente alla pittura, assegnava massima importanza. L'opera è stata realizzata rapidamente. Sul quadro (27,3x34,3 cm.) oltre alla firma squadrata A. Hitler, una placchetta con il timbro di Samuel Morgenstern. Morgenstern possedeva una galleria d'arte a Vienna e ha venduto diversi dipinti di Hitler nel 1911.
E' stato battuto a 229.500 euro in Ungheria, a Budapest, il quadro perduto dell'importante pittore ungherese Róbert Berény, ritrovato grazie al film di animazione "Stuart Little". L'opera, considerata scomparsa - si conservava soltanto una fotografia in bianco e nero scattata nel 1928, nei mesi immediatamente successivi alla stesura - era negli Stati Uniti d'America, forse acquistata da un ebreo che era là migrato per ragioni razziali.