Sant’Agostino, alludendo al termine “cras”, che ricorda il verso del corvo, sostiene che “il peccatore ripete incessantemente: domani, domani, cras, cras! Ma ‘domani’ si prolungherà in eterno. Dio che promette la salute all’anima penitente non ha rinviato a domani il peccatore… Il peccatore attende, egli attende per sempre e infine arriva per lui il giorno fatale, quello che non ha più un domani. Vanamente, grida allora come il corvo: cras, cras, domani, domani”.
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L'opera, per quanto sia stata realizzata in più fasi, dimostra l'osservazione diretta degli effetti naturali della luce. Alla fine degli anni Cinquanta dell'Ottocento, il paesaggista francese Eugène Boudin (1824-1898) introdusse Monet alla tecnica della arte en plein air. La pittura dal vero era stata facilitata dall'invenzione dei tubetti in metallo che contenevano i colori (1841) e della commercializzazione del cavalletto portatile. Boudin e Monet avevano trascorso l'estate del 1858 dipingendo insieme, sur le motiv, cioè con il soggetto, in questi casi naturale, di fronte. "Se sono diventato un pittore", avrebbe detto Monet, lo devo a Boudin." Anche nell'ambito dei paesaggi di neve, Monet non si sottraeva dal confronto diretto con la realtà.
All'interno del cimitero degli animali ci sono due strade principali e altre vie laterali più strette. Ampi saloni erano stati realizzati per ricevere i proprietari degli uccelli e degli animali, che lì giungevano per la sepoltura sacra. All'ingresso c'era un tempio con un piccolo altare in pietra che veniva utilizzato durante i riti funebri specifici di ibis e babbuini
Il simulacro del rapace potrebbe essere messo all'asta nei prossimi mesi, dopo un impasse politico internazionale. Un facoltoso imprenditore di origini ebraiche si è fatto avanti per poter acquistare il pezzo - per evitare che finisca nelle mani di nostalgici - per poi distruggerlo o, nel caso in cui ciò non fosse possibile, per toglierlo dal mercato
Sull'Adriatico giunsero da Roma, dopo la conquista del territorio, numerose famiglie che qui si stabilirono. La scoperta è avvenuta durante gli scavi per la realizzazione di un centro culturale. La città fu fortemente romana. Diede origine anche all'imperatore Diocleziano
Le verifiche ottiche consegnano materiale molto interessante a livello di texture. Il disegno appartenne al pittore di corte sir Lawrence, che lo cedette nel 1830 al proprio mercante d'arte. Nel 1860 l'opera venne posta all'asta. L'attuale proprietario la acquisì nel 2008
Il legame con la passione per la caccia da parte della nobiltà bresciana è evidente. Duranti unì l'osservazione scientifica degli animali - anche quelli da cortile - con la ricerca di un rapporto tra staticità e movimento. Molto spesso i volatili assumono una violenza estrema, su fondale tempestosi e corruschi, nella quale pare di leggere quella determinazione oscura, dalla quale trae forza travolgente lo stesso sentimento bellicoso dell'umanità. Abate, conte e cavaliere, Giorgio Duranti aveva studiato scienze e musica. Era conosciuto come eccellente suonatore di violoncello. Vendette buona parte delle proprie opere pittoriche per finanziare la realizzazione della chiesa parrocchiale di Palazzolo. Anche suo fratello Faustino (1606-1766) era pittore