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Claudio Strinati e Federico Zeri ci accompagnano lungo il percorso delle opere del pittore emiliano che, per un certo periodo, venne utilizzato dal Cavalier d'Arpino, a Roma, come un'arma di mercato contro Caravaggio. Ma Guido non fu soltanto strumentalizzato. Percorse una propria strada, anche se sempre fortemente condizionata dalle autorità pittoriche
Pochi elementi, la mancanza di simboli: solo la luce scava di grazia la carne della donna pentita
Alla ricerca dei risultati d'asta di uno dei maggiori interpreti del primo Rinascimento italiano, il pittore che prese dalle statue dalla romanità il canone per sviluppare una pittura rocciosa e potente, ma anche in grado di lievitare dolcemente negli azzurri dei suoi cieli e nella leggiadria dei giardini dipinti
Il pittore padano rivela una monumentalità e un maggior realismo, forse scaturito nel confronto originario con l'ambiente cremonese, in cui restava intensa memoria dei brani di Vincenzo Campi. La presenza delle foglie di vite - che troviamo anche nella Fiscella caravaggesca - lascerebbero intendere,al di là degli aspetti compositivi - la natura offertoriale del dipinto, poichè la vite è la pianta di Cristo
La formazione del pittore fu notevole. Dopo aver mosso i primi, a partire dai dodici anni di età nella bottega del connazionale Morten van Steenwinkel ebbe una straordinaria esperienza, dai diciotto, nella bottega di Rembrandt ad Amsterdam, città nella quale soggiornò due anni. L'amore di Rembrandt per la pittura di Tiziano e di Caravaggio, permise a Monsù Bernardo di osservare una sintesi nordica, di elevatissimo livello, dell'arte italiana e di apprendere, soprattutto, quella scioltezza stilistica che avrebbe manifestato sin dalle prime opere. Era l'Italia, il Paese della grande pittura, a cui puntava.
Si apre a Roma la prima grande antologica dedicata al pittore veneto, che operò a Roma negli ani di Merisi. Per la chiesa trasteverina di Santa Maria della Scala dipinse il Transito della Vergine (tela portata a termine tra il 1609 e il 1610 e tuttora in loco), destinato a sostituire il dipinto del medesimo soggetto realizzato da Caravaggio e presto rimosso per lo scandalo suscitato dal crudo verismo della raffigurazione.