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Chagall a Milano. Qui il viaggio attraverso le sezioni della mostra


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Marc Chagall. Una retrospettiva 1908-1985
Palazzo Reale – Piazza Duomo 12 | Milano
17 settembre 2014 – 1 febbraio 2015
Orari
lunedì 14.30 – 19.30
martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30
giovedì e sabato 9.30 – 22.30
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura
Info e prenotazioni
www.mostrachagall.it; 02 54911; http://www.ticket.it/chagall
Ingresso
€ 12,00 INGRESSO SINGOLO INTERO
con audioguida gratuita € 10,00 INGRESSO SINGOLO RIDOTTO
€ 6,00 RIDOTTO SPECIALE
SCONTI RECIPROCI ALLE MOSTRE DI PALAZZO REALE “CHAGALL. UNA RETROSPETTIVA
1908-1985”, “ SEGANTINI” E “VAN GOGH. L’UOMO E LA TERRA”
Presentando il biglietto d’ingresso (intero o ridotto) di una delle tre mostre alla
biglietteria delle altre due, si otterrà l’ingresso speciale a 9 euro.
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La mostra a Palazzo Reale di Milano è la più grande  retrospettiva degli ultimi 50 anni mai dedicata in Italia a Marc Chagall, con oltre 220 opere – prevalentemente dipinti, a partire dal 1908, data in cui Chagall realizzò le sue prime opere dal grande Nudo rosso del 1909, fino alle ultime, monumentali opere degli anni ‘80 – che guideranno i visitatori lungo tutto il percorso artistico di Marc Chagall, accostando, spesso per la prima volta, opere ancora nelle collezioni degli eredi, e talvolta inedite, a capolavori provenienti dai maggiori musei del mondo, quali il MoMa, il  Metropolitan Museum di New York, la National Gallery di Washington, il Museo Nazionale Russo di S. Pietroburgo, il Centre Pompidou, oltre a 50 collezioni pubbliche e private che hanno collaborato.


 
LE SEZIONI
SALA 1
Marc Chagall
Una retrospettiva, 1887-1985
Dalle Memorie inedite riscoperte in occasione di questa esposizione, nasce l’immagine di uno Chagall pittore e uomo complesso, la cui vena poetica e favolistica “fra cielo e terra” nasce e si rafforza durante gli anni di esilio, senza mai rinnegare le proprie origini russo-ebraiche e tuttavia senza estranearsi da una realtà storica in cui confluiscono tutte le tragedie del ‘900.
Questa sarà la storia che le 220 opere di questa mostra andranno a raccontare.
SALA 2
1907- 1914
Le prime opere russe e il viaggio a Parigi
Dopo avere studiato a S. Pietroburgo nell’atelier di Bakst, il giovane pittore, poco più che ventenne, parte da Vitebsk per Parigi. Qui scopre il linguaggio delle avanguardie francesi che rielabora alla luce delle immagini che gli provengono dalla tradizione popolare russa ed ebraica.
SALA 3
1914-1919
Il rientro in Russia
Rientrato a Vitebsk per sposare Bella, egli non potrà più tornare in Occidente a causa dello scoppio della prima guerra mondiale.
La casa natale, la famiglia – le presenze affettuose che hanno costituito il mondo di Chagall bambino – sono i soggetti che compaiono adesso nei suoi dipinti.
Su tutte prevarrà però l’immagine di Bella raffigurata spesso in opere che rappresentano coppie di amanti.


 
SALA 4
1920-1921
Il viaggio a Berlino e ‘Ma vie’
La scelta di scrivere, appena trentenne, la propria autobiografia coinciderà con la fuga di Chagall
dalla Russia e con il suo soggiorno berlinese. L’incontro con il gallerista Paul Cassirer segnerà la scoperta dell’importanza della grafica. In ‘Ma vie’ egli  prosegue con questa nuova tecnica una riflessione formale sull’attività grafica e sul disegno  già iniziata in Russia al tempo del teatro.
SALA 5
1914-1919
La raffigurazione del mondo ebraico
Chagall racconterà per tutta la vita il mondo ebraico delle sue origini. Ai grandi ritratti di vecchi ebrei si affiancano nel tempo le diverse versioni dell’ebreo in volo sopra Vitebsk tra cui quella del 1914 proveniente da Toronto mai più esposta negli ultimi 50 anni. Particolarmente interessante il bozzetto del ‘Rabbino con cedro’  affiancato al dipinto realizzato successivamente.
SALA 6
1915-1917
L’amore per Bella
L’immagine di Bella sarà la figura prevalente nei capolavori del periodo russo, che, apparentemente realistici nella resa pittorica, narrano la favola di un amore realizzato e di una vita domestica intrisa di felicità.

SALA 7 e 8
1919-1920
Chagall e il teatro
Anche Chagall sarà travolto dall’entusiasmo per la rivoluzione russa fino a essere eletto commissario del popolo a Vitebsk.
Proprio in questi anni egli svilupperà la sua vena creativa a confronto con i grandi miti del teatro russo come Gogol.
Questo interesse culminerà nell’incontro fondamentale con il teatro ebraico: Chagall ne sarà l’interprete, il regista, il coordinatore e trasformerà in immagini l’aspetto più caratteristico della cultura ebraica: il senso dell’humour.
SALA 9
1923-1931
Il rientro in Francia
Chagall rientra a Parigi dove, a La Ruche, non trova più nulla delle sue cose: l’atelier è svuotato, i quadri sono scomparsi. Tuttavia, dopo i difficili anni della rivoluzione sovietica, la riscoperta delle luci e dei fiori della Francia lo colma di gioia. L’attenzione del pittore si rivolge ora allo studio dei classici, tra cui soprattutto Rembrandt. Attraverso una serie di grandi ritratti l’artista si confronta a tutto campo con i grandi pittori della tradizione classica occidentale.
SALA 10
1926-27
Le favole de La Fontaine
Il ciclo delle gouaches delle Favole di La Fontaine, che nasce dal fortunato incontro con il grande editore e gallerista Vollard, è uno degli esempi più stupefacenti della vitalità creativa di Chagall in questo periodo. In essel’artista si confronta con l’autore classico della letteratura novellistica francese e, contemporaneamente, affronta, con le fiabe, un tema particolarmente caro alla cultura russa.
Ne nascerà una serie di opere dal carattere arditamente originale che, in mostra, saranno affiancate da una voce recitante che racconterà alcune fiabe.

SALA 11
1925-1931
I fiori di Francia
La luce di Francia, la sua campagna soleggiata, i fiori, si riflettono nelle opere gioiose di questo periodo che sarà segnato anche dal breve sodalizio intellettuale con il mondo surrealista.
La raffigurazione delle finestre come limite tra interno ed esterno, come punto di passaggio tra il mondo interiore, emozionale, e quello esterno, naturale, saranno caratteristiche di questo periodo.
SALA 12
1931-1947
Venti di guerra
Già a partire dai tardi anni ‘20 appare evidente la percezione da parte dell’artista dell’addensarsi delle nubi minacciose che incombono sul suo popolo. I colori si scuriscono, le ombre aumentano, compaiono le effigi tragiche del Cristo crocefisso e della Madonna, accostate a quelle dell’Ebreo in fuga e del Rabbino che fugge cercando di salvare i rotoli della Torà.
Nel 1939 Chagall è costretto all’esilio. Negli Stati Uniti, dove trova rifugio, dovrà ancora sopportare il lutto terribile dell’improvvisa scomparsa di Bella, la compagna della sua vita.
SALA 13
1943- 1966
Chagall e la musica
Anche durante la guerra l’arte rimane per Chagall la risorsa estrema che lo salverà dalla disperazione. L’incontro con la musica e le commissioni per i balletti di Aleko di Rachmaninoffe per l’Uccello di fuoco di Stravinsky, finiranno per rendere concreta attività la grande passione della sua vita per la musica.
Negli anni sessanta arriveranno, poi, le commesse monumentali per opere pubbliche, affreschi, mosaici e vetrate e, soprattutto, quelle per l’Opera Garnier di Parigi o per il Lincoln Art Center del Metropolitan Theater di New York.

SALA 14
1946-1951
Il rientro in Francia
Subito dopo la guerra compaiono grandi dipinti di animali dalla pregnanza mitologica che riprendono alcune immagini archetipe della cultura ebraica. Grandi rappresentazioni di mucche, di pendole con le ali, di galli. In particolare, la figura del gallo ricorda Kaparot, il sacrificio ebraico di espiazione durante il quale, alla vigilia della festività di Yom Kippur, viene sacrificato un gallo, che assume simbolicamente su di sé tutte le colpe della comunità.
SALA 15
1951- 1975
Gli anni di Nizza
Chagall è ormai un artista di successo, il Museum of Modern Art di New York e gli altri grandi musei del mondo gli hanno dedicato mostre monografiche ed egli sente il suo rientro in Francia come finalmente definitivo. Accanto alla seconda moglie Vava egli sembra ritrovare una rinnovata felicità creativa che porta con sé nuovi colori, nuove tecniche, nuove immagini, come quelle degli innamorati fluttuanti nel cielo di St. Paul de Vence.
Il differenziarsi del linguaggio formale di Chagall attraverso scelte sempre più complesse, tra cui l’uso dei collages come opere d’arte a sé stanti, ma anche come bozzetti per grandi dipinti verrà esemplificato qui in modo inedito.