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Corso gratis di pittura on line: guida per chi inizia e spunti per chi sa già dipingere


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FREE. ECCO TUTTO IL NOSTRO CORSO GRATUITO DI PITTURA ON LINE.  TUTTI I SEGRETI DEL MESTIERE, LE TECNICHE, LE IDEE PER IMPARARE, PERFEZIONARSI, APPRENDERE DAI GRANDI MAESTRI DELLA STORIA DELL’ARTE. UN VIAGGIO UNICO E SENZA ALCUN COSTO. CLICCA SUL LINK BLU, QUI SOTTO

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PAGINA DI INTRODUZIONE
COME IMPARARE A DIPINGERE, VEDENDO SUBITO IL RISULTATO E DIVERTENDOSI

Affrontiamo il corso in modo innovativo, invitando a salvare la pagina di questo composito manuale elettronico in quanto sarà costantemente ampliato e sempre aggiornato. Per usufruire di tutto il corso –  che è totalmente gratuito  -, con gli aggiornamenti sempre gratuiti, basta cliccare in fondo a questa pagina, sull’apposito link, per aprire ogni capitolo di lezione. Le pagine-lezione sono tante e vi consentiranno di apprendere la pittura, di migliorarla, di cambiare tecnica, di confrontarvi con i grandi maestri del passato, di ripassare qualcosa che v’era sfuggito, di ottenere nuovi effetti.
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Il corso è rivolto tanto a chi vuole muovere i primi passi creativi nell’ambito artistico, ma pure a coloro che già dipingono e che si vogliono confrontare con tecniche o materiali nuovi o sono interessati culturalmente a conoscere nuove modalità espressive o i segreti della pittura antica o a raccogliere qualche idea nuova, per adattarla e trasformarla. Nella parte finale del manuale, proponiamo alcuni giochi creativi che possono essere affrontati dai ragazzi o che noi possiamo proporre ai nostri bambini. La filosofia sottesa al manuale è che i migliori risultati si ottengono se ci si diverte subito, sin dai primi passi; se si ottengono risultati da osservare e mostrare agli altri, in tempi brevissimi Anche nel campo della pittura, come alle scuole elementari, non si parte più dalle aste. Non spaventatevi, perché sarà istruttivo e divertentissimo. L’arte è lunga e la vita è breve, dicevano gli antichi. Ma l’importante è bruciare le tappe, all’inizio, affrontando subito problemi che si possono risolvere grazie ai trucchi e ai segreti di tanti artisti importanti, del passato e del presente. Trucchi e piccoli segreti che altri non vi rivelerebbero. Noi sì.
PER I PRINCIPIANTI

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Impareremo qui a realizzare ritratti simili a questo, analizzando i sistemi di rilevamento del volto, il trasferimento delle linee fisionomiche sulla tela, la realizzazione del colore dell’incarnato e la stesura dell’incarnato. Partiremo da basilari concetti introduttivi per arrivare alla prassi

 
L’idea pedagogica che muove i nostri interventi è in linea con i principi che hanno dominato l’arte, a partire dalla fine del Novecento fino ai nostri giorni. Non si affronterà un cursus scalare di tipo accademico – per questo esistono ancora le accademie – ma si giungerà all’individuazione di percorsi formativi all’interno di ogni problema pittorico da risolvere con il metodo di immersione totale.
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Ogni volta che avremo risolto un problema, aiutati dall’analisi dei nostri esperti – pittori, critici e storici dell’arte – e avendo osservato attentamente l’apposito video, potremo approfondire il tema, leggendo altre pagine o passare a nuove tecniche. E’ di fronte al problema concreto – la cui soluzione ci viene indicata dall’esperto -che impariamo più rapidamente ed efficacemente. Ricordiamo anche un altro aspetto: affrontare i problemi artistici in modo anti-accademico significa non dover aderire a stereotipi imposti, rispetto ai quali poi è difficile emanciparsi.

© Emanuele Bernardelli Curuz
© Emanuele Bernardelli Curuz

 
I LETTORI SI CHIEDERANNO PERCHE’ INIZIANO CON QUESTE SCELTE CLASSICHE. UNA FORMAZIONE SUI DIPINTI TRADIZIONALI CONSENTE UNA MIGLIOR COMPRENSIONE DELLA PITTURA E FORNISCE I PRESUPPOSTI PER SUCCESSIVE INNOVAZIONI. IL MIGLIOR ASTRATTISMO, LA MIGLIORE ARTE CONCETTUALE, GLI ESITI RAGGIUNTI DAI MAGGIORI ARTISTI, PARTONO SEMPRE DALLA CONOSCENZA OPERATIVA DEI BASILARI.
Ai principianti consigliamo, come inizio, di seguire la lezione dedicata alla preparazione del fondo per un paesaggio.E’ un buon punto da cui poter iniziare. Vedrete che seguendo quella lezione (il link è qui sotto) produrrete qualcosa di estremamente piacevole e sarete indotti a elaborare la considerazioni fondamentali sulla pittura. Lì otterrete una pittura grado zero. Nell’Ottocento, poi, attraverso velature, e sovrapposizioni di colore, si aggiungevano altri particolari. Ma per un occhio moderno, il risultato è già interessante così. Anche perchè si affronta il problema della stesura e della possibile diluizione del colore ad olio con essenza di trementina o acquaragia. Ma già è possibile sperimentare senza annoiarsi. E non è poco. Ricordatevi che mentre nella scultura o nell’illustrazione prevalgono coloro i quali hanno avuto una formazione accademica, la storia dell’arte ha premiato, generalmente, coloro che hanno iniziato a sperimentare da sè. Oggi non è così difficile perchè i colori sono già pronti. Sperimentare, provare, osservare. Noi vi stiamo fornendo, in queste prime lezioni, le regole base, che vi permetteranno di muovervi senza problemi.Per gli approfondimenti, proseguirete con gli altri saggi del corso. Per accedere primo saggio operativo e al tutorial appena indicati, cliccare sul nostro link interno, qui sotto.
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CHE MATERIALI SCEGLIERE
A chi si accosta alla materia per la prima volta ci permettiamo di dare qualche consiglio che consentirà di essere immediatamente operativi, evitando una lunga ricerca del medium pittorico giusto, agile, efficace ed altamente finalizzato. Cosa scegliere? Le tempere? I colori a olio? I pastelli? Gli acrilici? Le matite colorate? Gli acquerelli?
Scartiamo immediatamente matite colorate ed acquerelli. Le matite non sono pittoriche e i risultati sono – normalmente – di basso profilo, se si escludono splendidi materiali prodotti da grandi disegnatori. Questo, certamente se vogliamo produrre un quadro e non un’illustrazione. Anche gli acquerelli sono da accantonare. Il loro colore acquoso, dilavato è legato all’Ottocento e ai primi del Novecento e la tecnica è particolarmente complessa e permette di ottenere risultati che non sono più graditi al nostro occhio.
Le tempere? Evitiamo anche quelle. Hanno la corposità e l’opacità dei colori che si usano per tinteggiare le case e non consentono di ottenere grandi risultati, a meno che l’aspirante pittore non voglia mettersi a sperimentare la tempera grassa, aggiungendo materiali organici come il rosso d’uovo o le colle. C’è però da dire che anche i pittori italiani del Rinascimento, una volta che scoprirono i colori con legante ad olio, abbandonarono l’antico prodotto per il nuovo. Insomma: al di là degli acrilici, che presentano una minor lucentezza rispetto all’olio – e che noi consideriamo più adatti alla pittura moderna e contemporanea – il colore ad olio è il medium migliore. Nei tubetti di colori a olio noi troviamo il pigmento, mescolato ad olio di lino,in giusta quantità. I colori a olio essiccano – se non usiamo additivi – più lentamente rispetto agli acrilici e i pennelli non possono essere lavati con l’acqua, ma con l’acquaragia o con acqua e detersivo per i piatti.I colori ad olio,anche se più impegnativi consentono i migliori risultati. Hanno maggior lucentezza, permettono di ottenere perfette sovrapposizioni e velature. E si legano alla pittura classica. Iniziamo, dunque, preferibilmente con quelli. Chi vuole iniziare con i colori ad olio acquisti una decina di tubetti. Bianco (meglio in confezione più grossa) giallo, rosso, blu (i primari), nero, marrone, e tre verdi, uno dei quali scuro. Più un celeste.
Per iniziare vanno benissimo. Poi consigliamo una lattina di acquaragia – che useremo al posto dell’essenza di trementina, per diluire lievemente i colori stessi – e una tavolozza di legno e non di plastica perché la sua superficie è troppo scivolosa. Come supporto possiamo usare una tela già confezionata o materiali di recupero, per i primi esperimenti. Vanno benissimo, a tal fine, anche i cartoni spessi che troviamo sul fondo delle cassette di frutta. Potremo utilizzarli dalla parte più liscia, che ha un maggior isolamento e un’assorbenza minore.
Per quanto riguarda i pennelli, usiamo quelli piatti, che ci permettono di fare tutto. Acquistiamo allora tre pennelli piatti, anche di fibra sintetica, che hanno un costo limitatissimo. Uno con blocco di setole largo tre dita che utilizzeremo per tirare le sfumature; uno con le setole la cui parte finale sia grande quando il dito medio di un uomo; poi uno più piccolo, le cui setole occupino lo spazio, in larghezza, del dito mignolo. Per le finiture, acquistiamo un pennellino a punta. La nostra dotazione è completa. E siamo già proni ad immergerci nei presupposti dell’opera
Colori a olio: ecco le recensioni:

MAIMERI: Olio puro. Una soluzione di alta qualità. Questo prodotto, infatti è definito puro in quanto il colore non è mescolato con altre sostanze. Si tratta di olio più pigmento e nulla più, se non un minimo apporto di additivi per migliorare la qualità del colore. Caratteristica principale, infatti, è l’attenzione e la fedeltà del colore. Un prodotto studiato per il risultato cromatico migliore possibile. Clicca qui per visualizzare e acquistare i colori Maimeri
 
Maimeri 0398100 – Set Tubi Olio Classico,10 Colori Assortiti. Prezzo: 42 euro (più spese spedizione)

 


FERRARIO: Van Dyck. Una gamma con uno dei migliori rapporti qualità/prezzo. Ideale per chi è alle prime armi ma, data la qualità del prodotto, molto utilizzata anche dagli esperti del settore. Purezza, intensità delle tinte e impasto denso sono  le caratteristiche principali.  Clicca qui per visualizzare e acquistare i colori Ferrario
 

CASSETTA IN LEGNO DI FAGGIO MISURE 30X40 COLORI OLIO VAN DYCK FERRARIO

 

OLD HOLLAND: un prodotto per puristi. Old Holland produce ancor oggi i suoi colori utilizzando le tecniche e le formule tradizionali. Uno dei marchi più ricercati dagli artisti fin dalla nascita della pittura ad olio. Il prezzo non è certamente adatto alle tasche di tutti ma si tratta pur  sempre della “Ferrari” dei colori ad olio.  Clicca qui per visualizzare e acquistare i colori Old Holland
Old Holland: classico set: Olio Colori 34 x 40 ml



WILLIAMSBURG: una linea e un prodotto che si fregia di essere stato creato dagli artisti stessi, per la migliore resa possibile. Ogni tonalità risulterà diversa nell’impasto, che può essere più o meno granuloso o più o meno oleoso, in quanto appositamente studiata per la resa cromatica migliore Clicca qui per visualizzare e acquistare i colori Williamsburg
 WINSOR & NEWTON:  la giusta via di mezzo. Il prezzo è alla portata e la qualità offerta è sicuramente di medio/alto livello. E’ la linea Winsor & Newton, utilizzata dalle accademia. Buona  qualità dei colori, ad un prezzo abbordabile Clicca qui per visualizzare e acquistare i colori WINSOR & NEWTON
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Portapennelli.  Ideale per dare ordine e organizzazione ad accessori artistici e non solo come pennelli penne matite pennarelli pastelli.  Questo contenitore aperto è molto utile perchè mantiene le setole di ogni pennello distaccate, tiene ordine sulla scrivania e risulta uno strumento che ci permette di trovare subito il pennello che cerchiamo. Qui vi proponiamo Artina Porta pennelli Ø 14,5cm – spazio per 49 pennelli colori matite penne – per artisti pittura accademia belle arti, disponibile a 9,99 euro. Acquistalo qui
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con questa vernice finale,
UN PICCOLO SEGRETO DEL MESTIERE
Quando avete finito di dipingere – e dovete lavare i pennelli e altri utensili o dovete smacchiare rapidamente il pavimento, il muro o un abito – anzichè utilizzare l’acquaragia, che può essere fastidiosa e lascia aloni, intervenite con acqua calda nella quale è stato sciolto detersivo verde al limone prodotto per i piatti. Il rapporto tra detersivo e acqua è quello che utilizziamo quando dobbiamo lavare padelle molto unte. Poichè il legante è l’olio di lino, il detersivo lo rimuoverà perfettamente con il colore in esso disciolto. Sciacquate poi con acqua calda e passate uno straccio sulle setole, che resteranno molto morbide ed elastiche e che aumenteranno la durata del pennello stesso.
DOVE FAR ASCIUGARE I QUADRI A OLIO
E’ rimasto tra gli aneddoti – basati su una vicenda vera – l’incidente occorso a un grosso quadro di Velazquez. Approfittando di una bella giornata di sole e di vento, il maestro aveva chiesto che i suoi assistenti ponessero il quadro, al quale stava lavorando, all’esterno affinchè fosse accelerata l’asciugatura superficiale. Naturalmente il quadro doveva essere sistemato “in piedi”, in una zona luminosa, ma non direttamente colpito dai raggi solari – per evitare surriscaldamento e la possibile colatura del colore – poichè tutti i pittori sanno che se si appoggia a terra l’intero dipinto, pur verso l’alto, su di esso rotoleranno, in breve, polvere, insetti e peli, catturati dalla viscosità del colore. Si procedette allora poggiando il quadro su un lato, dandogli la giusta inclinazione, affinché non cadesse avanti. Ma un colpo di vento colpì la tela, che si trasformò in una sorta di vela. L’opera volò e cadde in avanti, subendo danni a causa della sporcizia che si era mischiata al colore. Rimuovere sassolini, spighe, fili d’erba, insetti, capelli, peli, crini, polvere grossa significa rovinare le linee del dipinto.
Quindi. Bene all’esterno, a una certa altezza, nelle prime ore dopo la stesura. Poi all’interno, in un ambiente ben aerato e lontano da tutti. Mentre l’uso del phon funziona per accelerare l’asciugatura di tempere e acrilici – che normalmente, peraltro non ne necessitano – l’asciugacapelli agisce in modo insignificante sui quadri a olio.  Anzi. Calore intenso e flusso d’aria tendono a scompensare l’unione tra pigmento e olio di lino. Pertanto, al di là di tutto: esterno non polveroso nelle prime ore, in caso di bel tempo. Se l’esterno è molto umido, per pioggia o nebbia, l’esposizione risulterà completamente inutile. Per togliere peli, capelli e fili d’erba dal quadro bagnato è assolutamente sconsigliato usare unghie o dita, che spandono il colore, mentre si consiglia una pinzetta da make-up, sottile e precisa.
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LA DURATA DEI QUADRI A OLIO SENZA RILEVANTI MUTAMENTI DI COLORE
Le opere ad olio non devono essere costantemente colpite dai raggi del sole, che possono essere fonte dell’indesiderato schiarimento dei pigmenti. Per quanto riguarda la tela, il film pittorico può essere danneggiato da ambienti umidi e, ancor maggiormente, da luoghi in cui si passa frequentemente dal freddo umido al riscaldamento eccessivo. La tela si stringe e si dilata. Questo movimento diviene causa del distacco del colore.
La vernice finale è un ottimo aiuto per la conservazione cromatica del dipinto, poichè funge – oltre che da elemento uniformante che tende a colmare, nella pittura tradizionale, depressioni e rilievi del colore –  da protettivo e, lievemente, da filtro solare. I colori in vendita hanno indicazioni sulla durata presunta del colore stesso, prima che inizi un mutamento cromatico, pur lieve.
*** ottima resistenza ai fenomeni luminosi corretti: minimo 150 anni nel caso in cui il quadro sia stato collocato lontano da una forte fonte solare diretta o sia illuminato da appositi faretti che non mutano i pigmenti;
**  buona resistenza alla luce: minimo 75 anni nel caso in cui il quadro sia stato collocato lontano da una forte fonte solare diretta o sia illuminato da appositi faretti che non mutano i pigmenti;
*   scarsa resistenza alla luce: minimo 25 anni nel caso in cui il quadro sia stato collocato lontano da una forte fonte solare diretta o sia illuminato da appositi faretti che non mutano i pigmenti;
I colori evanescenti (alcune aniline, il bitume genuino, il minio, i colori fluorescenti), invece, vengono in genere catalogati con un pallino nero.
ESSICCATIVI PER COLORI A OLIO
C’è chi aggiunge alla mestica acquaragia che smagrisce il colore, eliminando parte dell’olio e diminuendo notevolmente i tempi di asciugatura. Ma il rischio è che si crei una lieve patina o che il colori muti lievemente. Chi invece intende giungere a tempi più brevi di essiccazione, senza il rischio di mutamenti cromatici imprevisti, può utilizzare gli essiccativi (qui puoi trovare i prodotti migliori in commercio a un prezzo più che onesto).
Essiccante Winsor & Newton per pittura ad Olio 250ml (Clicca sull’immagine per accedere al prodotto)

“Maimeri” – Essiccante 75ml (clicca sull’immagine per accedere al prodotto)

Lefranc & Bourgeois Courtrai SIKK Ativ Bianco,  – 1 litro (clicca sull’immagine per accedere al prodotto)

COS’E’ LA VELATURA AD OLIO E COME SI OTTIENE
La velatura è una tecnica artistica di finitura del quadro che consiste nel porre uno strato sottilissimo di colore molto diluito sul sottostante dipinto, ormai asciutto, per ottenere effetti di trasparenza, semitrasparenza, per creare l’effetto traslucido o per mutare il colore sottostante. Essa, per quanto si dica praticata già, pur episodicamente, dai pittori egizi e dell’antica Roma, caratterizzò inizialmente la pittura fiamminga e si legò al colore ad olio, che fu utilizzato, nei Paesi Bassi, a partire dal Quattrocento, mentre, in Italia, per i dipinti da cavalletto, si faceva ancora uso di tempera grassa.Come ottenere, oggi, una velatura? Noi diamo la vernice finale al dipinto, attendiamo che asciughi per poter lavorare su una superficie “plastificata” o “vetrificata“. Quindi prendiamo pochissimo colore e lo diluiamo, sulla tavolozza, con liquido dello spray della vernice finale. Ed ecco un colore trasparente ma fortemente aggrappante. Per ottenere il liquido dallo spray, basta schiacciare il diffusore, scaricando in un punto della tavolozza il flusso aeriforme, a distanza ravvicinata, per una decina di secondi. Il mercato offre già anche colori trasparenti, che sono contrassegnati da un quadratino bianco sull’etichetta.
 
COME DARE LA VERNICE FINALE
Nel Novecento gli artisti tesero a utilizzare sempre meno la vernice finale, per ottenere un aspetto più materico e rozzo dell’opera. La vernice, infatti, tende a uniformare la superficie e ad esaltare il colore. Ai tempi di Turner, la vernice finale veniva data, ai dipinti a olio, nella sede in cui l’opera sarebbe stata collocata o negli spazi espositivi. Per questo è rimasto, nella terminologia artistica, il sostantivo vernissage, che significava, originariamente, verniciatura e che oggi è un incontro chic di inaugurazione di una mostra d’arte. Le operazioni di verniciatura avvenivano uno o due giorni prima dell’apertura ufficiale della mostra. E a questi delicati lavori, oltre agli artisti,  era ammesso un pubblico selezionato di intenditori. Con vernissage si intese così un’inaugurazione tra pochi eletti; e, successivamente, assunse la connotazione di festa d’inaugurazione. La stesura della vernice finale, a quei tempi, non era compito del pittore, ma di operai specializzati che lavoravano esclusivamente con vernici trasparenti, acquisendo, in questo campo, un’assoluta abilità. Il quadro doveva essere asciutto da qualche mese per evitare che i diluenti sciogliessero parti di colori del dipinto. Il prodotto veniva steso con rapidità. E capitava spesso che questi artigiani fossero così abili da consentire all’artista qualche ritocco finale, disperato, che poi loro sapevano coprire.
Oggi esistono più tipologie di vernici finali, che si dividono, comunque, in vernici a pennello e vernici spray.
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Le vernici finali a pennello richiedono una perfetta asciugatura del dipinto. Il rischio è infatti che si sciolga anche una piccola parte del colore, che si unisce alla vernice stessa, la quale non è più totalmente trasparente e non più totalmente incolore. Sotto il profilo dei risultati tecnici, la vernice finale a pennello è indicata a restauratori, iperrealisti, copisti e a tutti coloro che intendono mettere una cura massima – diremmo classico-accademica – nella realizzazione dell’opera
Le vernici finali spray sono molto comode e permettono d’essere spruzzate anche 24 ore dopo aver finito l’opera e anche se questa non è perfettamente asciutta. L’importante è che il quadro non sia messo verticalmente. Lo spray va dato, dopo aver scosso vigorosamente la bomboletta per un minuto, a una trentina di centimetri di distanza dalla tela. Evitiamo l’ambiente chiuso. Meglio all’aperto, ma in una giornata senza vento. Oppure mettiamoci in un luogo aerato, ma senza correnti d’aria, che si porterebbero via tutta la materia volatile. Ricordiamoci poi, se intendiamo tenere il quadro in piedi, durante questa operazione, di non spruzzare troppa vernice, per evitare istantanee colature e formazione di grumi. Dobbiamo produrre un’emissione regolare e piuttosto rapida. Poi appoggiamo il quadro in posizione orizzontale, in un luogo dove non ci siano vento e polvere. E aspettiamo. Possiamo dare un’altra mano dopo qualche ora.
 
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