Press "Enter" to skip to content

L'annunciazione pittorica e scenica di Tiziano nella passione contemporanea di Richter – La sfocatura


Tiziano Vecellio, “Annunciazione”, 1539, olio su tela, Venezia, Arciconfraternita di San Rocco

,
Gerhard Richter “Annunciazione da Tiziano”, 2015, stampa giclée diasec montata su pannello in alluminio, Collezione privata

di Elena Charlotte Rainelli
La Fondazione Palazzo Te a Mantova con il patrocinio del ministero dei Beni e delle attività culturali, dal 7 ottobre 2018 al 6 gennaio 2019, ospita la mostra Tiziano/Gerhard Richter” Il Cielo sulla Terra”, curata da Helmut Friedel, Giovanni Iovane e Marsel Grosso. Uno tra i più grandi artisti contemporanei racconta il suo incontro misterioso dell’Annuncio e il suo rapporto con la pittura di Tiziano. Il percorso d’esposizione è caratterizzato da 17 opere di Ricther e da due capolavori del maestro cadorino: l’Annunciazione di San Rocco di Venezia e quella conservata al Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli. Le due tele preziose sono presentate con alcuni lavori preparatori. L’architetto Piero Lissoni, con Lissoni Associati e Graphx, ha curato l’allestimento e il progetto grafico per accompagnare questo incontro tra due artisti simbolo del proprio momento storico e culturale. Gerhard Richter nasce nel 1932 a Desdra. Nel 1951 si iscrive all’accademia delle Belle Arti di Desdra e frequenta il dipartimento di pittura murale diretto da Heinz Lohmar, artista cosmopolita, e si documenta attraverso la rivista fotografica Magnum. Gli è concesso viaggiare in Germania dell’Ovest e in altri paesi dove a modo di visitare musei, vedere film e partecipare a lavori teatrali. Nel 1961 frequenta l’Accademia di Dusseldorf; sebbene influenzato dalle tendenza degli anni Sessanta (Arte Concettuale, Performance e Pop Art) Richter darà particolare attenzione al Medium pittorico. Sperimenta un processo pittorico che va dal realismo fotografico all’Astrattismo, dal monocromo ad un random di colori. Molte dei suoi lavori fino a primi anni Settanta sono figurativi e basati su fotografie che l’artista selezionava da riviste. Le sue foto-pitture sono sempre realizzate con la tecnica dello sfocato.

Nel 1972 Richter partecipa alla Biennale di Venezia e incontra la visione dell’Annunciazione di Tiziano di San Rocco. E’ una sorta d’illuminazione che si conserva attraverso la memoria di una cartolina e di riproduzioni fotografiche. Da qui nasce il desiderio per uso personale di crearne una copia. Ciò fa si che l’artista contemporaneo nel 1973 dipinga cinque versioni dell’Annunciazione, unico soggetto che legherà Richter con un artista del passato. Numerosi invece gli altri temi affrontati: ritratti, still-life con teschi, paesaggi e molteplici immagini di nuvole. L’Annunciazione in Tiziano è particolare. Se analizziamo le due opere in esposizione prima quella di san Rocco e poi quella di Napoli, si nota come il grande maestro trasformi una scena del cristianesimo legata alla “Conceptio per aurem” (attraverso l’orecchio della Vergine) tramite lo stupore silenzioso in un’apoteosi del cielo, con un’esplosione dell’uso del colore. Tiziano tratta il tema dell’Annunciazione senza l’organizzazione dello spazio prospettico ma tramite la pittura che fissa la narrazione del soggetto rappresentato. Il luogo architettonico da spazio al cielo divino, alle nuvole, alla luce dello Spirito Santo che illumina i due protagonisti : l’angelo Gabriele e la Vergine Maria.

 
Il raffronto
 
Tiziano Vecellio, “Annunciazione” ,1539, olio su tela, Venezia, Arciconfraternita di San Rocco

Richter decide di regalarsi l’opera vista a Venezia tramite una foto-pittura sfocata, una storia che illustra il suo pensiero e tramite il colore la trasparenza della visione nel rapporto con un “oltre” misterioso. L’obiettivo di Ricther non è riprodurre la tecnica pittorica del maestro del Rinascimento ma concentrarsi sul motivo originale. Gli elementi rimangono identici.
Richter “Annunciazione da Tiziano” 2015 Stampa giclée diasec montata su pannello in alluminio, Collezione privata

Richter evidenzia con la sua tecnica una superficie della sua opera in modo indefinito tramite lo slancio e la luminosità del vestito rosso dell’angelo, il chiarore della luce che illumina la scena e il blu intenso del mantello della Vergine. La particolare sintonia tra i due artisti è dato dal movimento della pittura capace di dare immagine ad un annuncio tramite fluidità e trasformazione. I quadri di Tiziano presentano un impasto cromatico ricco e sfumato, con contrasti decisi che danno un dinamismo tutto particolare attento ai giochi di luci. Tra i colori più utilizzati da Tiziano c’è appunto il rosso, per risaltare l’eleganza e la bellezza femminile. Nelle opere di Tiziano, il rosso che porta il suo nome evoca un’atmosfera calda, luminosa, che permette di giocare con l’effetto della luce. Nell’Annunciazione di San Rocco l’elemento che ha un valore pittorico è il drappo rosso, anti prospettico, appoggiato sulla balaustra; una stoffa rossa, che occupa uno spazio dominante nel quadro ma che risulta elemento di disturbo, un elemento che illude il nostro sguardo sulla costruzione prospettica della superficie, una nonchalance pittorica. Anche Richter omaggia la tinta rosso Tiziano preziosa nell’antichità e che ai giorni nostri è una sfumatura sempre di tendenza, in quanto riesce a mettere in evidenza la femminilità. A questa istanza dedica l’ultima sala, nella quale Richter ha voluto presentare un suo specchio rosso, del colore della veste della vergine di Tiziano, a testimonianza di un riverbero che attraversa il tempo e custodisce segreti. “Le immagini sono idee in forma pittorica e l’idea deve essere leggibile, sia nella singola immagine che nel contesto collettivo. Il che presuppone, ovviamente, che le parole sono utilizzate per veicolare informazioni sull’idea e sul contesto. Tuttavia niente di tutto ciò vuol dire che le immagini funzionano come illustrazione di un’idea: in ultima analisi, esse sono l’idea. Né che la formulazione verbale di un’idea possa essere considerata come una traduzione della dimensione visiva. È piuttosto un’interpretazione, letteralmente una riflessione.” (Gerald Richter)