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Mamma voglio fare l'artista. Come evitare delusioni. E sopravvivere



L’arte, come tutte le chiese e le religioni, deve parlare al mondo che la circonda, non a un mondo che non esiste più … Questo libro è anche un incitamento per scoprire la grotta che contiene la nostra società e iniziare a disegnare sulle sue pareti.

Francesco Bonami

Cosa implica oggi la scelta di fare l’artista? Artisti si nasce o si diventa? Che sacrifici bisogna fare? Che strategie si dovrebbero usare? Si può veramente decidere di dedicare la propria vita ad una professione che è tanto meravigliosa e ricca di promesse quanto di enormi e sconfinate delusioni? Quanto contano il talento, la furbizia e la capacità di andare per la propria strada senza paura e senza timore di fallire?

Torna a farsi sentire la voce più irriverente della critica d’arte italiana con un libro dedicato agli aspiranti artisti, un vademecum che intreccia serio e faceto, pragmatismo e gusto del paradosso, con la consapevolezza di chi osserva il sistema dell’arte “da dentro”.
Cosa deve aspettarsi chi decide di intraprendere la difficile strada dell’artista di professione? Lo racconta in prima persona chi è stato in primo luogo un artista, senza raggiungere il successo sperato, oggi curatore e critico affermato: fin da quando comunica la sua decisione in famiglia deve affrontarne a testa alta i pregiudizi; deve trovare le motivazioni per alimentare le proprie ambizioni; confrontarsi con la solitudine del suo studio, l’invidia dei colleghi, le probabili ristrettezze economiche; deve addentrarsi nella giungla di galleristi e curatori, interpretare il giudizio dei critici e, spesso, accettare le disillusioni di un successo di breve durata. È un percorso arduo che può portare chi lo affronta all’amara conclusione che artista di talento non è; può anche viceversa condurre al riconoscimento, ma la via della fama è irta di ostacoli e trabocchetti.
Un libro ironico, a tratti graffiante, ma sempre lucido e onesto in cui Francesco Bonami rivela anche molto di sé: “ho svelato debolezze e amarezze nella speranza che dal mio racconto abbastanza sincero possiate trarre qualche intuizione, qualche regola o suggerimento che vi accompagni lungo la strada del mestiere d’artista con più realismo, ma anche più entusiasmo”.
Grazie a questo volume Electa si propone di raccontare l’arte in modo differente, non convenzionale, con lo scopo di avvicinare alla materia un pubblico sempre più ampio. Bonami conduce, come un Virgilio contemporaneo, il giovane potenziale artista dentro l’Inferno, il Purgatorio ed il Paradiso del sistema dell’arte.
Dice Francesco Bonami:
“Anche se alcuni non lo ammetteranno mai, tutti gli artisti vorrebbero essere Picasso. Perché proprio Picasso? Semplice, perché è stato tutto quello che un artista può desiderare: bravo, ricco, famoso, affascinante, socievole, prolifico, popolare, inconfondibile. Ma più che altro Picasso è stato un vero artista. Infatti, per quanto possa sembrare strano, esistono anche artisti falsi che però sembrano veri.
«Cosa significa?» mi chiederete. Significa che ci sono persone che, pur comportandosi come artisti, producendo anche con regolarità molta arte, vendendola ed esponendola in gallerie e musei, artisti in realtà non sono. Non lo sono perché il motivo per il quale creano le loro opere non è scritto nel loro Dna, ma è frutto di una loro convinzione, che spesso riescono a trasmettere con successo a molti altri. Questi falsi artisti non fanno male a nessuno, se non a volte alla sensibilità degli occhi di qualche amante della vera arte. Sono però ingombranti e spesso sottraggono spazio a chi artista lo è davvero, ma è più timido di loro, che invece sono di solito estremamente sfacciati.
Capita anche – non ci crederete ma è così – di trovare falsi artisti bravi. Così come esistono pure veri artisti che sono dei cani. C’è qualcuno che si convince di essere artista anche quando tutti attorno gli fanno capire con le buone o con le cattive che non lo è. Oltre certi limiti, credersi Picasso può trasformarsi persino in una patologia, come quella di chi si crede Napoleone. Anziché lo scolapasta, questi falsi artisti in testa si mettono un cappello alla Toulouse-Lautrec; oppure basta loro lasciare sui pantaloni qualche macchia di colore per far credere agli altri che fino a un attimo prima stavano davanti a una tela, intenti a creare un capolavoro.

Lo studioso italiano dopo aver ricevuto la medaglia della Legion d'onore
Lo studioso italiano dopo aver ricevuto la medaglia della Legion d’onore

“Perché la gente insista a voler essere artista senza averne le doti è semplice da capire. Nessuno potrebbe far finta di essere un cantante lirico se è innegabilmente stonato, o un direttore d’orchestra se non dirige mai nulla, ma nemmeno un cardiochirurgo, o un ingegnere nucleare, o un centravanti di qualche squadra di serie A. Queste sono professioni nelle quali si capisce subito se uno è una bufala oppure no. Dal punto di vista della simulazione, la professione più vicina a quella dell’artista è quella dell’architetto. Basta aiutare un amico a ristrutturare un bagno et voilà: si può far correre la voce di essere un architetto. Per l’artista è molto più facile perché l’arte può essere tutto e nulla. Se poi si trova un certo numero di amici e conoscenti disposti a sostenere il proprio nulla, il gioco è fatto. Se si è economicamente indipendenti, far finta di essere artisti è ancora più semplice”.
Biografia
Critico e curatore di fama internazionale, Francesco Bonami è stato dal 1999 al 2008 Senior Curator del Museum of Contemporary Art di Chicago. È direttore artistico Enel Contemporanea e Fondazione Pitti Immagine Discovery. È direttore artistico della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino. Curatore di numerose mostre internazionali, nel 2003 ha diretto la 50° edizione della Biennale di Venezia. Nel 2008 cura Italics: Italian Art Between Tradition and Revolution, 1968-2008 a Palazzo Grassi a Venezia. Nel 2010 diventa curatore della Biennale del Whitney Museum of American Art. Ha curato personali di Rudolf Stingel, Damien Hirst, Maurizio Cattelan, Takashi Murakami, Yan Pei Ming e Jeff Wall. Collabora con “La Stampa”, “La Gazzetta dello Sport”, “Vanity Fair”, “Icon”, “Flair”, “Donna Moderna”, “Grazia Casa”, “Wired” e “Il”. Dirige la rivista “Anew”. Attualmente anima su Sky Arte il programma “Potevo farlo anch’io” insieme ad Alessandro Cattelan.
Tra i suoi libri ricordiamo Lo potevo fare anch’io. Perché l’arte contemporanea è davvero arte (2009), Dopotutto non è brutto (2009), Dal Partenone al panettone. Incontri inaspettati nella storia dell’arte (2010), Si crede Picasso (2010) e Maurizio Cattelan. Autobiografia non autorizzata (2011). Nel 2010 ha ricevuto la Légion d’Honneur della Repubblica Francese.
AUTORE /Francesco Bonami
PREZZO /9,90
EUROEDITORE / Electa
PAGINE TOTALI /160
 
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