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San Valentino. Tu sei dentro di me. L’amore è nel riflesso dell’orecchino



Qual è la dinamica psicologica che rende straordinariamente magnetico questo dipinto? L’abbiamo scritto, in precedenti saggi. La Ragazza dall’orecchino di perla, celebrata opera di Vermeer, agisce sulla specularità della situazione seduttiva.
E’ questo il motore psicologico del dipinto. Il “voltarsi indietro””, l’incardinarsi degli occhi negli occhi, durante un incontro visivo che porta a girare lo sguardo e non perdere lo sguardo dell’altro. Una situazione di incatenamento amoroso, legato all’istante. La natura dell’opera trova conferma in una recente scoperta compiuta a livello dell’orecchino di perla. Cosa riflette il piccolo gioiello? Il volto di un uomo.

Essere guardati da qualcuno che gira la testa per guardarci e per incontrare lo sguardo è centrale, nella seduzione amorosa o o in qualsiasi rapporto supportato da un’origine affettuosa. E’ seduzione – al primo e forse unico sguardo – ma pure rinnovo di un patto di reciproco interesse. Sulla base di questo certo sistema-motore abbiamo così lavorato, ora, in macrofotografia, sull’orecchino poiché era chiara la possibile risposta nella radice ottica; nell’indizio del riflesso deformato. Una perla di vetro ha il potere di riflettere, deformata, l’immagine dell’ambiente in cui è inserita. Un oggetto riflettente consegna sempre l’immagine dell’ambiente in cui è inserito o delle figure che intercetta. L’immagine in deformazione sferica, che parte dai fiamminghi e diventa assoluta letteratura in Parmigianino e Caravaggio, torna in Vermeer. L’orecchino contiene quell’immagine. Lo stesso autoritratto del pittore, nell’istante dello sguardo incrociato? Oggi, nelle giornate di San Valentino, vi invitiamo a un gioco. Chi sta nel riflesso del vostro orecchino? Chi, presente o perduto, permane in questo vostro punto della memoria gioiosa? E per i maschi: qual è la donna in cui vorreste restare sempre, anche come un pur semplice riflesso?