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Strada romana, tomba, sotterranei e una locanda di 2000 anni fa trovati nell’area della via Cassia che ospiterà distributore di benzina



Uno straordinario ritrovamento che sarà valorizzato, grazie alla Soprintendenza Speciale Roma e al proprietario del terreno. Là dove c’erano una mansio – una locanda di 2000 anni fa, che fungeva da area di servizio per i viaggiatori e per la posta -, una tomba, una strada romana, un sotterraneo-cisterna per l’acqua e un impianto termale per il ristoro dei nostri antenati sorgerà un “parco” archeologico all’interno del distributore che sarà costruito in quel punto. Sarà probabilmente l’area di servizio più bella del mondo. Su quel terreno lungo la via Cassia è stata riportata in luce una complessa stratificazione archeologica che copre un lungo arco cronologico che va dal VII secolo a.C. fino al XI sec. d.C.
Nella tomba, preceduta da un dromos – cioè un corridoio, con scale – sono stati trovati copiosi e straordinari corredi funebri.

“Le ricerche in quel lotto non edificato di via Cassia km 11+700, non sono state avviate in maniera casuale. – spiega la Soprintendenza speciale di Roma, diretta da Daniela Porro – infatti, l’area è cruciale dal punto di vista topografico, trovandosi lungo i collegamenti esistenti tra le città di Roma e di Veio”.
La Soprintendenza ha quindi valutato, inizialmente la posizione del terreno per il quale una società di distribuzione di carburanti ha presentato un progetto per una stazione di servizio. Un’area che, a giudizio degli esperti, coordinati dal Soprintendente Daniela Porro, doveva essere indagata.


Le “coordinate” segnalavano teoricamente il terreno come un luogo altamente sensibile sotto il profilo archeologico. Ma nessun altro avrebbe immaginato che quel terreno non solo rispondesse alle scelte urbanistiche degli antichi romani ma che, in qualche modo, la vocazione di area di servizio tornasse ad essere riproposta, inconsapevolmente 2000 anni dopo. Certo non è una semplice coincidenza. Sono le strade romane a segnare il territorio e ad agire, ancora, come elementi di polarizzazione antropica.

“Durante gli scavi – spiega la Soprintendenza di Roma – è riemersa una sepoltura a camera, con un corredo funerario intatto costituito da più di sessanta vasi per lo più in bucchero, scavata nel banco tufaceo e preceduta da un lungo dromos di accesso. Ed è questa la testimonianza più antica dell’utilizzo dell’area, ma ci sono anche un lungo tratto di strada basolata, antenata dell’attuale via della Giustiniana, risalente all’epoca romana imperiale insieme ai resti di un piccolo impianto termale di una stazione di posta, dove i viaggiatori si fermavano per ristorarsi, situata proprio all’incrocio delle sue strade, e una monumentale cisterna ipogea a cunicoli, che si addentra all’interno delle colline retrostanti. Ma non basta, la zona ha avuto una ulteriore frequentazione in epoca medievale come testimoniato da un impianto che sfruttava in parte le strutture romane, localizzato sulla parte sommitale della collina”.

Nelle scorse ore la Soprintendenza ha presentato un progetto di valorizzazione delle antiche vestigia, che coeisteranno, in modo elegante, con la moderna stazione di servizio stradale. “Il progetto, che presentiamo in anteprima e sarà realizzato prima dell’estate, prevede la valorizzazione di parte dei rinvenimenti: la strada basolata, la tomba a camera e l’ingresso della cisterna a cunicoli (questa cisterna, il cui ingresso è visibile nella foto, serviva tra le altre cose ad alimentare un impianto termale relativo a una piccola mansio di tipo privato il cui scavo è rappresentato nella foto presa dall’alto)

saranno collegati da un percorso archeologico accessibile e fruibile all’interno del distributore di carburanti. Per tutte quelle evidenze che non possono essere lasciate a vista, per motivi di tutela o per il loro stato di conservazione precario, sono state previste forme di fruizione indiretta, sia all’interno del complesso in costruzione, sia tramite presentazione al pubblico in sedi istituzionali”.