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Posts tagged as “andrea mantegna”

Nei depositi dei Musei Correr trovata una tavola che porta al mondo di Andrea Mantegna. Restauro e verifiche in corso

L'opera in questione è un dipinto rappresentante la Madonna col Bambino, San Giovannino e sei sante, gravemente danneggiato nel corso del tempo. Dopo un attento e laborioso processo di restauro, attualmente in fase di ultimazione, il dipinto sarà presto sottoposto all'analisi e al giudizio degli studiosi. Questi ultimi avranno il compito di valutare non solo l'ideazione della composizione e del disegno, chiaramente attribuibili a Mantegna, ma anche se l'esecuzione pittorica sia effettivamente opera sua. Un interrogativo che aggiunge ulteriore fascino alla scoperta.

Andrea Mantegna – I volti nascosti nelle nubi e nei dipinti

L’artista utilizzò le nubi “umanizzate” come contrappunto semantico che conferiva ai dipinti un effetto straniante. Autoritratti, cavalieri vaporosi, volti inquietanti. Ecco i codici segreti che il pittore nascose tra nembi e cumuli

Arcani ebraici in pittura. Scritte misteriose di ascesi o condanna

Da Mantegna a Rembrandt, passando per i segreti della Cabala. Quando l'Occidente accolse in libri e dipinti la lingua dei Profeti per rappresentare la voce di Dio e i misteri del Cosmo.Nel Rinascimento gli antichi caratteri ebbero un grande successo. Il caso di Isabella d'Este e del suo pittore di corte. La presenza di elementi alfabetici ebraici è fitta nelle illustrazioni di libri ermetici o alchemici, anche perchè si riteneva che Mosè fosse il fondatore della scienza alchemica. L'origine della cabala è attestata dagli stessi autori cristiani delle origini, come Paolo, Origene e Ilario. Si dice infatti che, dopo aver conferito la Legge, che fu trascritta nel Pentateuco. Dio abbia svelato a Mosé tutti i misteri in essa racchiusa, raccomandandogli di non metterli per iscritto, bensì di rivelarli a voce ai propri successori, affinché costoro, a loro volta, facessero lo stesso

Mantegna e Bellini secondo Ermanno Olmi

Il progetto, generosamente realizzato e studiato in tutti i particolari dal regista, tenne conto non tanto e non solo dei valori emozionali di questi due straordinari dipinti – tasselli  fondamentali della pittura rinascimentale in Italia settentrionale –, ma fu delineato anche secondo  un’attenta valutazione dei dati storici e di quelli compositivi, con particolare attenzione ai valori  prospettici, luministici, cromatici e iconografici, oltre che alle problematiche conservative

Madonna della Tenerezza – La sfida pittorico-scultorea di Andrea Mantegna

Secondo Puppi, l'artista avrebbe "tracciato per ricalco sul verso trasparente del velino di una pergamena il profilo del gruppo per studiare, calibrare ed eseguire a tempera a colla e con oro lo sfondo archeologico del paesaggio. Definiti questi – magari, per le antichità, attingendo al documentato “libretto” di modelli, e con finezze stilistiche che non tradiscono il punto formale attestabile all’avvio dell’ultimo decennio del Quattrocento – il pittore potrebbe essere passato a “riprodurre”, a punta di penna e ad inchiostro bruno, i segni combinati del bulino e della puntasecca connotanti le “dramatis personae”

Mantegna utilizzava oro e colla per impreziosire le “sculture dipinte”

Pittura e scultura. Da sempre due modi completamente diversi di rappresentare la realtà che ora, tra la prima e la seconda metà del Quattrocento, vengono più intensamente in contatto. A Padova, nella bottega di Francesco Squarcione entrano raffinati marmi ellenici, recuperati nel corso di complicate spedizioni in Grecia, che serviranno da modello per i quadri degli allievi, tra cui si distingue per destrezza un ancor giovane Mantegna.

Quando il sorriso è un effetto speciale. Perchè fu così difficile realizzarlo? Mantegna

Lo sforzo maggiore per la pittura del primo Rinascimento - già peraltro affrontato, con scarsi esiti, dagli allievi di Giotto - fu rendere i moti dell'anima, le emozioni, i caratteri delle persone dipinte. Mentre, infatti la scultura gotica, contando anche sulla possibilità di calchi dal vero, poteva rendere gli effetti lancinanti del dolore, il mutamento di un volto che grida, l'angelicità di un sorriso, il movimento raffrenato di una persona che parla, la pittura si trovò in difficoltà poichè le espressioni richiedono un lavoro sulla tridimensionalità dell'immagine. Il riso e il sorriso, soprattutto, costituirono un notevole problema anche per Leonardo, in quanto queste espressioni modificano notevolmente l'assestamento delle strutture muscolari del volto

Il padre povero di Mantegna cedette il piccolo artista al ricco Squarcione

Biagio, ottimo carpentiere di Isola di Carturo, un borgo al confine tra le province di Vicenza e di Padova, fu indotto a disconoscere la paternità di Andrea passandola legalmente al pittore Francesco Squarcione. Ma nella bottega dell'artista il piccolo Andrea avrebbe posto le basi per il riconoscimento di una grandezza che non stentò a giungere

Un quadro in 30 righe: Dolce è la morte

Dolce è la morte - per atroce che sia stata l’agonia -, se dietro l’angolo ti attende la resurrezione. Ne consegue che il Cristo di Andrea Mantegna possa esibire un volto dove gli occhi velati dal dolore fan trapelare barbagli di luce, dove la bocca rilascia la smorfia contratta dagli spasmi nella geometria d’un sorriso imminente. Il pittore padovano è già vecchio, stanco ma non di cercare la giusta via, quando fotografa così Nostro Signore: così, a mezzo del guado, forse non più morto, forse non ancora resuscitato. C’è tanta pace, comunque sia, lì intorno, in quello squarcio di Palestina improbabile che s’imbeve della chiarità dell’alba. Del gelo della morte Gesù conserva il pallore, che ha steso sulle sue membra uno strato spesso di cera.