il primo maestro di Hammershøi fu Niels Christian Kierkegaard (24 settembre 1806 - 14 agosto 1882) disegnatore e litografo danese, cugino del filosofo Søren Kierkegaard, considerato il primo esistenzialista. Secondo l'esistenzialista, il punto di partenza dell'individuo è caratterizzato da ciò che è stato definito "l'atteggiamento esistenziale", o un senso di disorientamento, confusione o terrore di fronte a un mondo apparentemente privo di significato o assurdo. La pittura del danese ne pare la diretta emanazione
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Richard Tuschman, ha ricreato ambienti e situazioni hopperiane, attraverso immagini di alto livello qualitativo. Non siamo di fronte ad una semplice operazione di mimetismo - che finirebbe nel punto in cui s'accende,per un attimo, il fuoco della curiosità, di fronte al coincidente - ma ad una ricostruzione dei meccanismi espressivi. La meccanica espressiva, l'uso attenuato del colore, come avvolto da un triste pulviscolo, la luce priva di gioia,le ombre allungate del crepuscolo o dell'alba - nelle fotografie appaiono acuite -e pertanto rendono ancor più evidente la costruzione hopperiana-. Perché, in fondo, l'olio e la tela, addolciscono, stipulano un contratto narrativo tra pittore e osservatore.
Ogni opera del maestro americano, interprete di un'esistenzialismo doloroso, privo del ribelissimo dell'esistenzialismo europeo, ma conchiuso in se stesso, nell'immane dolore dell'incomunicabilità, nasce da un raggelamento proegressivo dell'idea pittorica. Osserveremo che il maestro statunitense opera come un pittore antico o come un pittore accademico, attraverso diversi passaggi che non sono solo tecnici.Egli, generalmente fissa, probabilmente cogliendola da una situazizone reale, un'idea, a matita o con il carboncino. Nella seconda fase passa a un disegno più dettagliato nel quale inizia a raggelare la posa, paralizzare il movimento delle sue figure, ad eliminare ogni tratto che possa riferirsi a una quotidianità superficiale