La datazione dell'opera, l''identità del personaggio, il raccordo tra mitologia e religione, la funzione del gigante nel territorio. Due indagini convergenti consentono di inquadrare l'opera che non è preistorica, ma che fu realizzata durante il Medioevo
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Gli archeologi hanno notato che il volto della statua presenta elementi di descrizione naturalistica che raramente appaiono nelle immagini idealizzate degli Dei. Il volto dell'opera - insomma - rinvia più ad un viso umano, caratterizzato sotto il profilo fisionomico, che a un idealizzazione divina. Così, in poche ore, si è giunti a proporre una possibile spiegazione all'anomalia
Sorpresa infinita quando l'escavatore, impegnato a farsi strada in direzione di un vecchio condotto fognario, ha cozzato contro una massa lapidea. I lavori sono stati bloccati. In un attimo è risultato evidente di ciò che stava emergendo. E' stata avvertita la Soprintendenza. Tutto ciò è avvenuto nelle ore scorse, nella capitale
La mazza, che è stata ritrovata in frammenti, e il leone che pende dalla mano sinistra tesa attestano l'identità dell'eroe. Sullo stemma, una corona di foglie di vite che è trattenuta sul retro da una fascia le cui estremità terminano alle spalle
La testa appena scoperta potrebbe appartenere a una statua acefala conosciuta come "Eracle di Antikythera", che fu recuperata più di 100 anni fa. I ricercatori hanno anche portato alla luce un plinto di marmo con la parte inferiore delle gambe di una statua, due denti umani e diversi pezzi di equipaggiamento della nave.