Press "Enter" to skip to content

Posts tagged as “Le spiagge nell’arte”

Le belle fanciulle spiate nell’acqua, al bagno, dal grande Daumier. Nuda la contessa di “Senso”

Capanne galleggianti garantivano la privacy a chi voleva nuotare in mare. E il caustico Daumier coglie l’inadeguatezza e l’ineleganza della classe borghese alle prese con i primi stabilimenti balneari. La contessa di "Senso": "Molte larghe aperture, appena sotto il livello dell’acqua, lasciavano entrare e passare l’acqua liberamente, e le pareti, mal commesse, permettevano, attraverso le fessure, di vedere, applicandovi l’occhio, qualche cosa al di fuori - il campanile rosso di San Giorgio, una linea di laguna, dove fuggivano leste le barche, una fetta sottile del Bagno militare, che galleggiava a piccola distanza dalla mia Sirena".

L'estate degli Impressionisti tedeschi. Quali sono le differenze con i colleghi francesi

Generalmente gioiosi e massimamente attenti alla variabilità prodigiosa dei fenomeni ottici e atmosferici, i francesi. Solenni e portatori di dati atmosferici più stabili, i tedeschi. La pittura francese, sulla linea Monet, Renoir, è pura gioia dell'istante. Una pittura euforica. I tedeschi sono più compassati meno partecipi all'attimo gioioso, ma attenti a svelare l'elemento strutturale sotteso al paesaggio, raccolto rapidamente attraverso un'impressione. Denominatori che conferiscono una peculiarità precisa alle opere dell'una e dell'altra scuola

Mare, bagnanti e cieli immobili nell'estate neo-metafisica di Ram, dopo l'esperienza futurista. Perché?

Pittore, scultore, cartellonista, scenografo, illustratore, Ruggero Alfredo Michahelles, conosciuto con lo pseudonimo di RAM, insieme al brillante e più noto fratello maggiore Ernesto, in arte Thayhat, famoso inventore del rivoluzionario abito tuta, rappresenta ancora oggi un caso singolare di artista polimorfo difficilmente etichettabile se non prendendo a prestito la definizione che Alberto Savinio coniò per se stesso, di «centrale creativa».

Moses Levy. Donne e bambini. Le spiagge magiche e fatate degli anni Venti

Dall’intimo dialogo con Viareggio, città prediletta che più di ogni altra ne ha influenzato la sensibilità visiva, la Fondazione Matteucci maturò l’idea della mostra dedicata a quella lunga e felice stagione balneare, durante la quale nessun altro meglio di Moses Levy è riuscito a tradurre l’immagine scintillante e ruggente di una società vacanziera e mondana, al passo con i tempi. Sono gli anni che vanno dal primo conflitto mondiale alla grande depressione, ma ad un quadro tanto drammatico la sua vena creativa reagisce decisamente controtendenza con opere fondamentali, destinate a definirne la fisionomia europea.