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Trovata una tomba romana di piombo. All’interno una 16enne e un bambino. Con unguentari e il Gioco dei Ladri


In Spagna, durante un intervento di archeologia preventiva, è stata rinvenuta una necropoli romana nella zona di ‘Vega Baja’ dove sono presenti 54 tombe datate tra la metà del I secolo e l’inizio del II secolo.
La necropoli si riferisce ad un ampio e ricco insediamento romano che sorgeva tra Singilia Barba e Bobadilla. I corredi sono stati trasportati al Museo de la Ciudad di Anteguera.

La zona archeologica della città romana di Singilia Barba ( Magnum Municipium Flavium Singilense Barbitanum ) si trova a nord-ovest di Antequera (Provincia di Málaga, Spagna).

Tra le sepolture della necropoli ora riportata alla luce spicca la Tomba 307 – II secolo dopo Cristo -, un sarcofago di piombo all’interno del quale sono stati trovati il corpo di una ragazza di età compresa tra i 14 e i 16 anni e i resti di un bambino di circa 3 o 4 mesi.
Nella sepoltura sono stati trovati 15 unguentari in vetro, due brocche dello stesso materiale (una con resti di vino e l’altra con residui di olio di oliva), 25 gettoni del gioco “Ludus latrunculorum” -“Gioco dei ladri” il più popolare nell’antica Roma – una moneta e diverse perle di pasta vitrea. All’esterno di essa sono state rinvenute 17 tessere dello stesso gioco, perline di pasta di vetro, 6 biglie di vetro e una lampada del II secolo d.C. Il gioco Ludus latrunculorum, o più semplicemente dei Latrunculi (briganti, mercenari), poteva avere assonanze con i moderni scacchi e con la dama.
I briganti, secondo le ricostruzioni del gioco basate su più fonti, potevano muoversi in orizzontale o verticale per un qualsiasi numero di caselle e non potevano passare sopra un’altra pedina. Alcune pedine potevano muoversi anche in diagonale.
Quando una pedina raggiungeva il lato opposto della scacchiera assumeva particolari compiti che non conosciamo, forse otteneva qualcosa che oggi potremmo definire un super-potere.
Un “brigante” veniva catturato se circondato su due lati da due pedine nemiche.

L’analisi del DNA confermerà non solo il sesso dei defunti, ma cercherà di ricostruirne legami di parentela, sia tra essi che con i defunti della stessa area e con Acilia Plecusa, una donna romana il cui sepolcro fu trovato a circa 500 metri da questa necropoli.