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Trovato nello scavo diploma bronzeo romano del 123 d. C. che narra la storia di un militare e gli concede privilegi


Il documento del 123 d.C. è stato tradotto nei giorni scorsi. Ed è particolarmente interessante. Durante gli scavi nell’antica cittĂ  romana di Perre- in Turchia – era stato portato alla luce nei mesi scorsi un diploma militare di epoca romana. Il manufatto era stato realizzato in bronzo, che era stato inciso, probabilmente a Roma e trasportato, con sigilli che ne certificavano l’autenticitĂ , nella cittĂ  di Perre.

Un documento in bronzo inciso, di eccezionale interesse poichè racconta una storia individuale – quella di un militare che se va in pensione dopo un onorato servizio di 20 anni – cogliendo il valore sociale delle promozioni di cittadini stranieri che avevano servito l’esercito romano come ausiliari.

Il reperto – che venne probabilmente ridotto a pezzi durante la crisi dell’Impero romano – è stato portato alla luce durante l’ultimo giorno degli scavi 2021, a nord-est dell’antica cittĂ  di Perre ad Adıyaman. Le 10 parti che componevano la targa sono state unite e tradotte da un noto epigrafista turco, Mustafa Hamdi Sayar.

Un edificio dell’antica cittĂ  di Perre, dove è venuto alla luce il diploma militare romano
Il diploma di Calcilius Ant,iquus trovato nel 2021 a Perre, durante uno scavo archeologico

I diplomi militari dell’esercito romano erano documenti scritti su tavolette in bronzo, che fungevano come premio di fine servizio nell’esercito. I soldati andavano in pensione, generalmente, dopo 20 o 25 anni di servizio. I diplomi attestavano che il titolare di quel documento era stato congedato con onore (honesta missio) da parte delle forze armate romane e/o aveva ricevuto la concessione della cittadinanza romana da parte dell’Imperatore (nel caso si trattasse di un ausiliario, poichĂ© i legionari giĂ  la possedevano), come ricompensa del servizio.

Questi diplomi erano copie autentiche di un originale (constitutio), rilasciato dall’Imperatore. I documenti bronzei indicavano l’unitĂ  militare nel quale il militare aveva prestato servizio e contenevano l’indicazione di privilegi. La constitutio era registrata, a Roma, su una grande tavola di bronzo affissa su di un muro (dietro il tempio di Augusto). Gli originali della capitale sono andati perduti perchè furono fusi nelle epoche successive, per il recupero del metallo. Si sono invece conservate le attestazioni di servizio, inviate, in copia, in vari luoghi dell’Impero.

Mosaico pavimentale romano a Perre

Nello specifico il documento trovato a Perre certifica che il soldato Calcilius Antiquus – Antiquus sembra un soprannome simile al “Vecio”, ancora utilizzato dai nostri alpini per indicare il soldato maturo ricco di esperienza e oggetto di attenzione da parte dei giovani e delle reclute – che ha prestato servizio militare per 20 anni in Siria durante il regno dell’imperatore romano Adriano. Il diploma attesta che Calcilius Antiquus ha ricevuto un premio di servizio e che ha maturato il diritto di sposarsi, e che da quel momento sarebbe stato considerato cittadino romano, come i propri figli.

Particolare ravvicinato del diploma. E’ visibile la citazione della Siria, teatro militare in cui l’ausiliario fu impegnato

Ai veterani stranieri era concessa la cittadinanza romana, che significava ricevere anche importanti vantaggi legali e fiscali, compresa l’esenzione dalla tassa elettorale (tributum capitis), dovuta da tutti i non-cittadini, sudditi dell’Impero. La concessione della cittadinanza romana significava acquisire anche uno status notevole sotto il profilo sociale e il rispetto assoluto da parte dei propri concittadini, che in genere godevano di questo privilegio. La cittadinanza romana era anche un lasciapassare da utilizzare a fini economici.